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La sanità nella Valle dell’Aniene? Va ripensata. L’ospedale di Subiaco? Ne parleremo. Lorenzin fa melina

subiaco«Non stiamo parlando di chiusura ma di una trasformazione, bisogna creare una rete di prima urgenza sul territorio». Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nell’affrontare il problema dell’ospedale di Subiaco a Jenne in un convegno dal titolo «Ripensare un nuovo modello di sanità nella valle dell’Aniene», con l’obiettivo di «valorizzare le risorse attuali creando nuove prospettive». Davanti a centinaia di cittadini e ai sindaci di Jenne, Subiaco e Arcinazzo Romano, il ministro ha confermato l’apertura di un tavolo tecnico di confronto con la Regione, così come annunciato da Zingaretti, ma ha anche «messo i puntini sulle i». Il Patto della Salute che si sta siglando in un serrato confronto con le Regioni, ha ribadito il ministro della Salute, deve ridisegnare la sanità e impone la revisione dell’articolo 5 sul federalismo per rivedere la ripartizione delle competenze dando più forza allo Stato centrale. Il problema è di cambiare organizzazione e strategie, ha sottolineato, aggiungendo: «va rafforzata la medicina dei poli ambulatoriali per fare da vero filtro agli ospedali più grandi e questo sul territorio si può e si deve fare». Il ministro Lorenzin ha detto che sta lavorando con il commissario Botti e con il governatore del Lazio per trovare soluzioni diverse dalle chiusure, «ma se una Regione fallisce, tocca allo Stato intervenire». Il ministero della Salute pensa all’uso di una task force che sia in grado di intervenire per riportare i conti in ordine quando vi sia un grave allarme nei conti delle aziende sanitarie. «Serve pragmatismo ora che sono stati evitati i tagli lineari, per ben due volte. Non ho voluto abdicare davanti a criteri meramente economicistici sulla politica sanitaria, ma adesso le Regioni sono chiamate a fare la loro parte. Non c’è più tempo da perdere, troppo errori sono stati fatti in passato, le cifre in rosso e i piani di rientro parlano da soli». Secondo il ministro, infine, bisogna anche superare il criterio del numero dei posti letto per gli ospedali che resteranno aperti «e trovarne uno nuovo».

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