Al Gemelli taglio del nastro del nuovo “Centro di Senologia” (Video) - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Al Gemelli taglio del nastro del nuovo “Centro di Senologia” (Video)

Centro-senologia_Taglio-del-nastro-2Non solo terapie convenzionali, alta specializzazione medica e innovazioni tecnologiche, ma anche agopuntura, fisioterapia e riflessologia plantare. L’unione tra approcci classici per la cura del tumore al seno e una visione basata sulla cura della ‘persona e non solo della ‘malattia’, è tra i punti di forza il nuovo Centro Integrato di Senologia inaugurato giovedì scorso, presso il Policlinico universitario ‘Agostino Gemelli’ di Roma, alla presenza del sindaco Marino. Non ci sarà più bisogno di girare da un centro all’altro per un esame, perchè la struttura, consente di effettuare in unico luogo tutte le procedure diagnostiche necessarie per la prevenzione e cura, come ecografia, mammografia digitale e tridimensionale. «Il tumore al seno, nonostante si controlli sempre meglio, si conferma la neoplasia con la più alta incidenza fra i tumori della popolazione femminile, continuando a fare numerose vittime», ha dichiarato il direttore del Gemelli Maurizio Guizzardi, e questo centro «è in grado di dare una risposta complessiva alla malattia». Ogni donna avrà cure personalizzate e sarà presa in carico da èquipe composte da chirurgo, radiologo, anatomopatologo, oncologo, radioterapista, chirurgo plastico e psicologo. Ma avrà anche la possibilità di utilizzare yoga, agopuntura, fitoterapia e tutte le altre terapie complementari integrate. «Vogliamo offrire un approccio olistico al problema, ovvero una sintesi tra trattamenti specialistici basati sulle più recenti acquisizioni della medicina e una cura della persona nella sua unità psico-fisica che garantisca il pieno raggiungimento e mantenimento del benessere», spiega il Riccardo Masetti, direttore dell’U.O. di Chirurgia Senologica del Gemelli. A sottolineare l’importanza del «considerare la persona e non l’organo ammalato» è stato il sindaco di Roma Ignazio Marino, che ha iniziato a frequentare queste aule nel 1973. «Potremmo disporre di tutte le tecnologie che vogliamo – ha detto – ma la presenza del medico e dell’infermiere che fa percepire che è li sarà li finchè il pericolo non sarà passato, è l’aspetto più importante della cura».

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