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EUROPEE/ Affissioni abusive a Roma: il premier Renzi viola le regole del sindaco Marino

affissioni_abusive“Silenzio, parla…”, anni fa recitava così una pubblicità di una nota marca di pasta. Oggi, nel giorno del ‘mutismo’ pre-voto, a parlare sono i cartelloni che tappezzano la città. E non invitano solo a scegliere questo o quel partito o candidato, in vista della sfida per le Europee di domani; ma ricordano come le promesse sul decoro valgano tutto l’anno, tranne in campagna elettorale. Così girando per le strade della Capitale non è difficile imbattersi in manifesti illegali degli aspiranti europarlamentari. A destra come a sinistra, senza distinzioni. L’obiettivo è coprire l’avversario e superarlo nei metri quadrati di spazio occupato. La galleria fotografica è stata stilata dal blog Roma fa schifo e dai portavoce a Cinquestelle. Che ieri hanno presentato il dossier al comando dei vigili urbani di via della Conciliazione.

I consiglieri capitolini hanno sono stati i promotori di un esperimento. Il MoVimento, infatti, ha deciso di non ricorrere alle classiche foto con i faccioni dei candidati ma di lasciare vuoti i propri spazi (plancia numero 9) per vedere chi tra i nemici politici avesse deciso di approfittarne. E, a guardare le immagini, nessuno si è lasciato scappare l’occasione di avere un manifesto in più. A contribuire ci sono tutti: l’Italia dei valori su via Laurentina; Forza Italia per sponsorizzare Antonio Tajani punta anche ai cassonetti per la raccolta di abiti usati e agli ascensori della metropolitana; il leghista Borghezio, che ieri è stato sonoramente contestato nel quartiere multietnico di Tor Pignattara, preferisce i muri; Alfredo Antoniozzi (Ncd) ha scelto di tappezzare la circonvallazione Ostiense. La lista del leader greco Tspiras, nel Municipio XIII, si concentra su ringhiere dei palazzi; altre volte sugli ingressi della metro.

Caso a parte per il Pd. Il recordman dei manifesti abusivi, stando al dossier del M5s, è l’uscente europarlamentare David Sassoli, che sceglie Prati e quartiere Olimpico. Un primato che aveva conquistato anche la scorsa primavera, nella corsa alle primarie per il candidato sindaco di Roma. A fargli compagnia la sua collega di Bruxelles Silvia Costa e Francesco De Angelis al Prenestino. La peggior immagine per i democratici capitolini, però, è quella del leader e premier Matteo Renzi. Sul suo viso campeggia la scritta giallorossa del Comune di Roma che recita senza pietà: “Abusivo”.
Eppure era stato proprio il sindaco democratico Ignazio Marino a volere il nuovo piano regolatore degli impianti pubblicitari (Prip), per regolamentare il settore e virare verso la legalità. Perché la cartellopoli romana era finita anche in un’inchiesta della magistratura e l’ex primo cittadino Gianni Alemanno aveva parlato di ‘mafia dei cartelloni’. Per questo il chirurgo dem Marino aveva fatto approvare dalla sua giunta, il 5 maggio scorso, la nuova normativa. Che prevede un aumento delle tariffe e una riduzione degli spazi. E che nella conferenza stampa di presentazione aveva invitato “i romani a segnare su un quadernetto chi è autore di affissioni illegali e a non votarlo, qualsiasi forza politica egli appartenga”. Intanto la guerra dei manifesti, ancora una volta, la vincono gli attacchini. La task force messa in campo dai Municipi esce sconfitta anche in questa campagna elettorale.
Santo Ianno

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