E adesso per Marino si fa dura

A meno che il M5S a Roma, capitale anche dell’assenteismo, non abbia maturato un clamoroso risultato in controtendenza, Ignazio Marino è nei guai. Il Pd non è crollato, il Pd è forte, il Pd gli imporrà le sue scelte, dal rimpasto alle strategie. Se il sindaco poteva/voleva cercare una sponda nei grillini per affrancarsi dal “commissariamento” di fatto, ora quella ipotesi si allontana. Tutti dicono che il chirurgo prestato alla politica sia stata la peggiore scelta del Pd, che l’attuale inquilino del Campidoglio sia tra i peggiori primi cittadini della storia recente della capitale: Cosentino lo terrà agli arresti domiciliari, si suppone, per cercare di rimettere ordine nella amministrazione e nel sistema di controllo politico ed economico della città. Come si svilupperà la situazione è difficile dirlo, anche perché il partito democratico non ha uomini di peso, di spessore e di intelligenza da mettere in campo e i personaggio dell’apparato che oggi gestiscono con Marino la situazione non sembrano all’altezza. Forse ci libereremo di qualche tecnico, di qualche apprendista stregone. Troppo poco per voltare pagina. Una affermazione dei grillini avrebbe significato molto per Roma. Peccato