Basta pavoni in Campidoglio Roma ha bisogno di emergere - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Basta pavoni in Campidoglio Roma ha bisogno di emergere

Mentre Roma Nord - dopo oltre 110 giorni - è sempre alle prese con la Panoramica a doppio senso, la Tangenziale a mezzo servizio, l'ultima trovata di Ignazio Marino è una splendida pista ciclabile da Balduina a Camiluccia. Così chi continua a restare imbottigliato nel traffico dei cantieri perenni potrà farsi una bella sgambata. Come se non bastasse a fine luglio - giusto prima delle vacanze così da evitare scioperi imbarazzanti - sarà concluso il progetto per tagliare oltre 200 milioni. I 24 mila dipendenti del Comune - che aspettano la mazzata - hanno già annunciato uno sciopero dietro l'altro. E il Pd capitolino, forte del consenso renziano alle Europee, accarezza l'idea di mandare al Campidoglio la vispa Madia, eredità dai tratti botticelliano dell'era Veltroni saltata sul carro del vincitore. Ma un amministratore (magari con le stellette), no? Tanto pagare dobbiamo pagare, tanto vale che la città abbia un po' d'ordine e di regole invece di sceneggiate ad uso telecamera che non migliorano la vita di chi ci vive

tangenzialeUn buon padre di famiglia che non riesce a pagare le bollette (e forse da luglio neppure i dipendenti), che ha così tanti debiti da aver quasi raddoppiato le tasse locali, che non riesce a garantire il minimo del livello di decenza della propria casa, dovrebbe quantomeno astenersi dal buttare quattrini in festeggiamenti inopportuni. E invece no.
Per i romani – che fanno fatica anche ad andare al lavoro per la viabilità folle abbandonata a se stessa – non una, ma ben due feste della Liberazione. Il 2 giugno quella nazionale festeggiata anche dal Quirinale. Il 4 giugno quella del Campidoglio, come se Roma fosse una città Stato, un enclave di una repubblica indipendente. Forse in pochi se ne saranno accorti ma il sindaco in bicicletta ha pensato bene di tappezzare Roma con i manifesti inneggianti alla liberazione della Città Eterna. Per il 4 giugno, appunto.
Il buon senso avrebbe voluto – visti i debiti e la manovra lacrime e sangue che si prospetta per luglio, quando tutti avranno la testa alle ferie – risparmiare qualche decina di migliaia di euro per i manifesti (stampa, allestimento, affissione, ecc), e dirottare quelle poche risorse, magari, per impiegare una ruspa in più nella bonifica della collina di Monte Mario e nella tempestiva riapertura  della Panoramica, che da febbraio attende la messa in sicurezza e l’agibilità delle due corsie per senso di marcia.
E invece no. Il venerdì pomeriggio operai e ruspe se ne vanno. Forse il lunedì torneranno a caricare la terra di riporto. Forse. Di contro Marino si giustifica: i lavori procedono spediti. Spediti, per una lumaca verrebbe da replicare ma è inutile. Dopo i convenevoli con il sindaco di Mosca, Marino è volato a Boston per “importantissimi accordi”, annuncia a chi lo contesta per le continue trasferte. Magari agli amici americani chiederà come riaprire una strada cittadina, visto che loro il traffico post uragano lo riaprono in poche ore.
Noi restiamo con la Panoramica chiusa, la Tangenziale Est pure e le altre strade del quadrante di Roma Nord tanto soffocate dal traffico da collassare (come è successo a maggio su via della Camilluccia (tre voragine nel raggio di 500 metri).
Ma non basta perché alla fantasia effimera del sindaco non c’è fine. Ha annunciato che a giugno aprirà la pista ciclabile di Roma Nord. Proprio dove è impossibile circolare tranquillamente con macchine e motorini da mesi, si sta realizzando l’ennesima ciclabile. Forse Marino non è informato ma a Roma circolano poche migliaia di biciclette, rispetto agli oltre 600mila motorini e a qualche milione di macchine che ogni giorno battono le strade metropolitane. Incidentalmente Roma e la città dei Sette Colli. Ma a Marino questo non importa. Vuole che andiamo tutti i bicicletta e “chissenefrega”  dei centauri che devono andare al lavoro. E chissenefrega delle mamme che portano i pargoli a scuola. E chissenefrega dei milioni di euro in carburanti bruciati per l’incolonnamento sulla Panoramica e sulla Tangenziale Est.
Milioni di euro che i romani si sarebbero volentieri risparmiati in questo periodo. Ma a Marino interessa poco di loro e dell’inquinamento, lui tanto sensibile alle battaglie ecologiste da averci rifilato una grandinata di giornate del blocco del traffico.
Prendersela con questa giunta è fin troppo facile. Marino – sostanzialmente – commissariato dal ministero dell’Economia che sta stilando, fingendo di concertare i provvedimenti e i tagli, l’elenco della batosta. Impossibilitati ad alzare ancora le tasse comunali e regionali (abbiamo già il record dell’imposizione a livello nazionale), i tagli arriveranno e saranno micidiali. Attendere settembre per vedere.
Ma non basta ancora. Il risultato delle europee – con il Pd romano a percentuali bulgare di consenso – ci porta in dote una guerra tra l’anima partitica dell’ex Pci e le correnti metropolitane. Con i veltroniani convertiti al renzismo che hanno fato balenare l’ipotesi di defenestrare il sindaco temporeggiatore per insediare (come? con un colpo in Campidoglio?) in futuro il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia.
Per favore risparmiate a Roma e ai Romani un altra passerella mediatica per l’ultimo (l’ultima) degli enfant prodige dell’effimero. Vorremmo un amministratore che sappia come si governa la città. Gli interventi indispensabili e le spese da tagliare. Basta guardare lo stato di abbandono della città per rendersene conto. E non c’è bisogno di andare in estrema periferia. Basta farsi un giro – traffico e cantieri abbandonati permettendo – tra Centro storico, Prati, Parioli e quartieri   centrali per rendersene conto.
Veltroni, Rutelli, Alemanno, Marino. Ognuno di questi signori ci ha lasciato un simbolo del suo “buon governo” con costi miliardari (9 miliardi di debiti solo per Roma), opere inutili e spesso effimere. Però poi i giardini sono abbandonati, le strade piene di buche e la gente esasperata.
Dateci un commissario. A Napoli e provincia per tagliare il cordone ombelicale delle connivenze con la camorra è stato incardinato un   a capo della sanità regionale un alto ufficiale dei carabinieri. Magari Roma merita un dirigente dell’Arma per uscire dall’emergenza. Magari con un curriculum che abbia i requisiti richiesti (e non come per l’ex nominato capo dei vigili urbani, vero Marino?).
Ce lo teniamo per 4, 5 anni e risistemiamo questa benedetta città. Tanto commissariati (dal Tesoro) o da uomini delle istituzioni con le stellette forse sono meglio quest’ultimi. Basta fare vetrina sulla pelle dei romani. La Città eterna merita di meglio, sicuramente di quest’ultimi amministratori un po’ pavoni… Leonardo Giocoli
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