Profondo rosso, Zinga nega - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Profondo rosso, Zinga nega

san-camillo-pronto-soccorsoSe a pagare alla fine non fossero chiamati i contribuenti del Lazio si potrebbe anche sorridere di fronte al balbettio finanziario del governatore Zingaretti, che continua fare promesse, a prendere solenni impegni, ad annunciare iniziative e si trova a dover invece gestire un disavanzo per la sanità ben più che imbarazzante. I suoi avversari, interni ed esterni, hanno sbandierato nei giorni scorsi un dato che viene dall’ultimo verbale del tavolo ministeriale di monitoraggio del piano di rientro del debito sanitario della Regione Lazio, 15 aprile scorso.. Nel 2013 il disavanzo sanitario del Lazio chiuderà ancora in profondo rosso: 712 milioni di euro sono stati già certificati, ai quali, secondo gli esperti, se ne aggiungeranno almeno un’altra settantina in fase di aggiustamento di bilancio definitivo. Quindi il Lazio dell’Irap al massimo possibile, il 4,82%, e dell’aliquota Irpef maggiorata del 2,33%, sempre per mettere le toppe ai buchi della sanità regionale, chiuderà il 2013 con un nuovo disavanzo di circa 800 milioni. Che si aggiungono agli 11 miliardi e 569 milioni di debiti già accumulati, ai quali vanno sommati circa 8,3 miliardi di debiti verso i fornitori, pagati accendendo un mutuo trentennale verso la Cdp al 3,4%. Il totale del debito del Lazio a fine 2013 ha sfondato i 20 miliardi. E dal 1° gennaio 2015 l’addizionale Irpef aumenterà di un ulteriore 1%.  Vero, falso, verosimile, interpretabile? Zingaretti naturalmente è di altro avviso e affida ad una nota la replica. «In riferimento ad alcune dichiarazioni dei consiglieri regionali sul debito sanitario della Regione Lazio, si fa presente che il disavanzo per il 2014 sarà di circa 500 milioni, secondo le previsioni contenute nel piano operativo».  «Questo disavanzo – prosegue la nota – si sarebbe potuto conseguire già in questo anno, ma il risultato del settore sanità per il 2013 (negativo per una cifra pari a 702,890 milioni di euro) nasce da un taglio di 96 milioni del fondo sanitario nazionale destinato alla nostra Regione ed ai circa 140 milioni non conteggiati alla Regione Lazio in sede di riparto dello stesso fondo sanitario nazionale per squilibri nel calcolo della popolazione residente causati da mancati aggiornamenti in molti Servizi Anagrafici dei comuni della regione». «Ora l’Istat si è impegnata a rielaborare il dato entro giugno e lo stesso sottosegretario Delrio ha preso impegno affinchè siano riconosciute al Lazio le risorse adeguate alla popolazione – conclude – Per questo motivo le polemiche sollevate su questo tema risultano assolutamente prive di ogni fondamento: i conti della sanità vanno bene e andranno sempre meglio, come i numero dimostrano aldilà di ogni strumentalizzazione». Anche il lettore meno attento coglie gli elementi essenziali della risposta del presidente. Nessuna smentita, nessuna impressione di avere in mano una solida strategia di rientro, il dato c’è, ma se il governo ci fa il favore di aggiornare il contesto anagrafico sul quale si lavora per far di conto, certamente un centinaio di milioni spariscono come per effetto di una bacchetta magica, adesso e per il futuro. Ma andrà proprio così, è proprio così semplice? E in ogni caso, delle centinaia di milioni sulle quali non esiste possibilità di artifizio contabile che ne facciamo?

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