Torna la Girandola a Castel S. Angelo per la festa de SS. Pietro e Paolo
Torna la sera del 29 giugno la rinascimentale Girandola sopra Castel Sant’Angelo. Il remake dell’antico spettacolo pirotecnico romano, sontuosa anticipazione dello spirito barocco.
La Girandola nasce nel 1481 per dare fasto visibile e senso di “maraviglia” al pontificato di Sisto IV. La sua riproposizione moderna è il frutto di un’accurata ricostruzione filologica, opera di Giuseppe Passeri del Gruppo IX Invicta.
La Girandola viene accesa nel cielo sopra la Mole Adriana alle 21.30 del 29 giugno, ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo patroni di Roma. Il punto d’osservazione preferito dal pubblico è Ponte Sant’Angelo, ma consentono un’ottima visione anche Lungotevere Tor di Nona, Lungotevere degli Altoviti, Ponte Vittorio Emanuele II, Ponte Principe Amedeo Savoia Aosta, Ponte Umberto I e via del Banco di Santo Spirito; tutte location con buona vista e meno ressa.
Cos’era in passato la Girandola? La Maraviglia del Tempo (questa la sua definizione in origine), come s’è detto, nasce nel 1481 a Roma per volontà di Sisto IV. Da allora fu impiegata per gli eventi solenni come la Pasqua, la festa di San Pietro e Paolo e l’incoronazione del nuovo pontefice. Citata dai “maestri liturgici” tra 1500 e 1600, raccontata nei sonetti del Belli e nelle pagine di Dickens, raffigurata da celebri pittori, immortalata nelle stampe di Piranesi, questo singolare “prisma pirotecnico” era un unicum nell’arte dei fuochi d’artificio e richiamava spettatori da tutta Europa, di ogni nazionalità e ceto. Tradizionalmente attribuita al Buonarroti (quando lavorava per Giulio II), sicuramente migliorata e rielaborata da Bernini, andò in pensione nel 1861 dopo quasi quattro secoli.
Un’esplosione stellare di luce a base di razzi che, partiti, ne fanno esplodere altri in modo da disegnare forme prestabilite (vedi una descrizione del 1540). Oggi, grazie alla tecnologia che si avvale di centraline radio per l’accensione dei fuochi, 18 tecnici e un progettista sono in grado di fare – in tutta sicurezza – il lavoro che un tempo impegnava oltre cento uomini. Scrupolosamente fedeli all’antica Girandola sono le miscele dei fuochi, per garantire la brillantezza e i colori del Rinascimento. Il tutto, con tecniche complesse e grandiose come quelle del passato: 5 punti di partenza dei fuochi, oltre 400 “accelerazioni”, 600 tra “candele romane” e “fontane falistranti”.
“L’inizio dello spettacolo”, fanno sapere gli organizzatori, “è ispirato al miracolo del 29 agosto del 590 dopo Cristo: papa San Gregorio Magno vide apparire l’Arcangelo San Michele sopra la mole Adriana, sotto forma di luce accecante e nell’atto di rinfoderare la spada, annunciando la fine della terribile peste che colpiva la città. Visto che la peste cessò il giorno seguente, il pontefice cambiò il nome del mausoleo di Adriano in Castel Sant’Angelo”.
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