Vigili, scuole, disabili. Settembre sarà un inferno - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Vigili, scuole, disabili. Settembre sarà un inferno

I vigili temono che i taglia al salario accessorio vengano compensati da un creativo: più multi, più guadagni. I dipendenti di Roma Multiservizi temono una decurtazione del 50% degli stipendi (da 800 a 400 euro). I romani un crollo delle prestazioni comunali. Marino prende tempo però il 31 luglio il ministero del Tesoro dovrà vidimare il piano di rientro per aprire il salvadanaio del Salva Roma. Ci aspetta un autunno di fuoco

Rn,28/03/06: pedana per portatori di handicap ©Riccardo Gallini_GRPhotoEntro il 31 luglio Roma dovrà certificare al ministero dell’Economia come l’amministrazione capitolina intenda mettere in sicurezza i conti e quindi incassare i quattrini del faticoso Salva Roma. Ignazio Marino fa finta di non vedere il malcontento dei 24mila dipendenti comunali che minacciano di trasformare in una Beirut italiana la capitale d’Italia a settembre.
L’antipasto di quanto potrebbe succedere è stato servito il giorno del concerto dei Rolling Stones al Circo Massimo (evento sporcato dal successivo contorno di polemiche per l’irrisorio affitto dell’area, le cartacce e il caso di viabilità che ha coinvolto il centro storico). I vigili urbani – solitamente ben organizzati – hanno annusato l’aria che tira e messo in scena una delle prime proteste che rischiano di trasformare il ritorno dalle ferie dei romani in un incubo settembrino.
Il problema non è tanto il taglio del salario accessorio dei “pizzardoni”, quanto nel sistema ipotizzato per assegnare quattrini in busta paga: la sintesi che ne fa il sindacato di polizia metropolitana è piuttosto efficace e chiaro: <Non vogliamo essere esattori ma polizia municipale, che lavora per garantire la sicurezza in tutta la città. Siamo contrari all’intenzione dell’amministrazione, che vuole tramutare gran parte del salario accessorio in progetti che premiano le performance>, spiega nel dettaglio il segretario romano dell’Ospol, Stefano Lulli, vale a dire: più multe fai e più guadagni. Ma noi ci opponiamo a questa logica>.
Alla ricerca di tagli alle uscite capitoline per oltre 440 milioni nel prossimo triennio, Marino e i suoi hanno pensato bene di trasformare anche i vigili in esattori. Gli automobilisti romani – ne siamo certi – si troveranno sul parabrezza una bella multa (a volte più che meritata), non tanto per bastonare l’arroganza e il menefreghismo (doppie file infinite, parcheggi improvvisati e creativi), quanto per garantire lo stipendio ai vigili. Insomma, non bastassero le tasse comunali più alte d’Italia, ai romani verrà imposta anche la quota multe per il reddito. Avviando una guerra tra poveri infinita.
Ma non basta, perché se i dipendenti comunali diretti sono terrorizzati dalla mannaia annunciata dei tagli al salario accessorio (in media una decurtazione del 25/30% su stipendi che non superano i 1.500 euro netti al mese), sempre a settembre ci troveremo un altro fronte aperto: la rivoluzione di Roma Multiservizi. Che vuol dire ben 3mila persone che già dal 1 agosto saranno senza lavoro. E (non) andranno in ferie tranquilli sapendo che alla riapertura settembrina verranno (forse) <riassorbiti>, ma con uno stipendio quasi dimezzato. Per risparmiare il Campidoglio ha infatti ipotizzato per la Multiservizi (azienda nata nel 1994 dall’accorpamento di varie coop facenti capo al Comune di Roma che si occupavano di pulizia degli spazi pubblici al trasporto scolastico, dalla pulizia delle scuole comunali alle mense), di ridurre le ore di prestazione quindi di tagliare gli stipendi.
Insomma, il 31 luglio scadrà l’affidamento degli appalti concessi dal Campidoglio. Per il futuro (e per risparmiare) il Campidoglio, come impone il ministero dell’Economia, dovrà affidarsi alla Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione), con l’intento di tagliare i costi delle partecipate. E l’assessore alla Scuola, Alessandra Cattoi, ha affidato al Consorzio Nazionale Servizi, l’appalto (47 milioni di euro, un risparmio di 4 milioni).
Il Campidoglio ha garantito che non si perderanno posti di lavoro perché i 3mila addetti della Multiservizi verranno <quasi tutti> riassorbiti dal nuovo Consorzio. Vero. Però il taglio del budget rischia di tagliare a cascata anche i ministipendi degli addetti. Il timore che si facciano risparmi sulle buste paga lo chiarisce Claudio Di Berardino, segretario Cgil di Roma e Lazio: <I lavoratori passeranno da 800 a 400 euro di stipendio o con meno ore di lavoro. Onestamente sembra un imbroglio più che un tentativo di salvaguardare l’occupazione>.
Il problema è che tagliando il budget per risparmiare pochi spiccioli (4 milioni su un budget di spesa complessivo di 9 miliardi sono spiccioli), si rischia a cascata di dare ai romani un servizio ancora più scadente.
Risultato: paghiamo le tasse più alte d’Italia (addizionali comunali e regionali Irpef da record), i vigili ci martelleranno se vogliono conservare un reddito dignitoso, i servizi per cui paghiamo le tasse verranno svolti (possiamo immaginare come e con quale attenzione), da personale che avrà un reddito inferiore alla soglia Istat di Povertà (8mila euro l’anno).
In tutto questo Marino fa finta di non vedere le proteste crescenti e batte i pugni o supplica per ottenere dal governo nazionale altri 100 milioni di finanziamento per il ruolo di Capitale.
Giustissimo, se non fosse che Roma e i Romani (tra manifestazioni, Vaticano e contorno politico) sopportano da decenni una pressione insostenibile. I famosi 100 milioni richiesti per la compensazione degli oneri per il ruolo di Capitale (che ottengono giustamente anche altre capitali europee) sono una goccia. Bisognerebbe avere il coraggio di chiederne molti di più, magari facendo qualcosa per i romani imbrigliati in una città caotica e abbandonata. E non spremere sempre i residenti.
Se poi i servizi ai romani sono simili a quelli del riprestino della normale viabilità possiamo essere preoccupati fin da oggi: la Panoramica, lungi dall’essere riaperta è finalmente a fine giugno un cantiere in fermento. Non si lavora la notte, per carità, però almeno fanno finalmente qualcosa. Sono stati piantati i pali di cemento per il consolidamento del costone che stava franando, adagiata la rete di trattenimento. Seguendo forse anche le nostre umili constatazioni è stata un po’ potata la vegetazione che cresceva selvaggia. Peccato che gli interventi (hanno avuto 4 mesi per bonificare l’area), riguardino solo le aiuole e non il costone dell’Osservatorio. Alberi caduti, sterpaglia rigogliose, cartacce e rifiuti ovunque. C’è da chiedersi se non sarebbe il caso di cogliere l’occasione della chiusura per rimettere a norma tutto Monte Mario. O forse il sindaco vuole aprire l’estate con un bel taglio del nastro, salvo richiudere tutto al primo incendio estivo o al primo acquazzone.

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