Metro C, l’11 ottobre apre la prima tratta. Ma la strada è ancora in salita - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Metro C, l’11 ottobre apre la prima tratta. Ma la strada è ancora in salita

Roma visita cantieri metro linea C grotte celoni-pantano«L’11 ottobre è prevista l’apertura della tratta Pantano-Centocelle della linea C, la data verrà formalizzata oggi. Se tutto si svolgerà in maniera ordinaria, apriremo di sabato perché c’è meno flusso». Lo ha annunciato l’assessore ai Trasporti, Guido Improta, nel corso della Commissione odierna sulla Metro C, svoltasi a Largo Loria. «Saranno attivati sulla linea 5 treni, con una frequenza di un treno ogni 12 minuti, destinata a scendere a un treno ogni 6 minuti una volta inaugurata la tratta fino a piazza Lodi.
Non è lo standard ottimale, – ha precisato Improta – ma a me interessa spazzare via le strumentalizzazioni e dimostrare che la struttura c’è e che la situazione può solo o migliorare». La fascia oraria di apertura è fissata «dalle 5.30 alle 18.30, per un totale di 13 ore di esercizio, perché – ha spiegato – nelle ore restanti abbiamo necessità di consentire a Metro C di poter lavorare sulla linea, perché hanno già annunciato un ritardo nella consegna di Lodi», la data fissata era agosto 2014.
Intanto a Centocelle ci saranno autobus sostitutivi che porteranno i passeggeri fino a Termini, oltre a una postazione di car sharing.

In quanto all’allungamento della tratta fino a piazza Lodi una data precisa ancora non c’è. “Da Metro C hanno annunciato un ritardo di qualche mese per l’apertura di questa tratta, non ci sono date ufficiali ma si pensa a due o tre mesi dall’11 ottobre”. Un ritardo di qualche mese (ancora da quantificare) rispetto a quanto contenuto nell’accordo attuativo firmato nel settembre scorso nel quale si fissava la consegna di questa tratta entro il 31 agosto del 2014. Un ritardo che verrà ‘pagato’ con delle penali. Spiega Improta: “Da agosto 2014 fino a quando non consegnano dovranno pagarle”. Poi sarà la volta di San Giovanni, nel 2015, e della tratta fino al Colosseo, nel 2020.

Se in passato l’assessore aveva assicurato che la metro C sarebbe arrivata, senza se e senza ma, a piazza Venezia oggi c’è stata un’apertura rispetto alle richiese di riflessione in merito provenienti dai consiglieri capitolini presenti. “La maggioranza ci ha chiesto un momento di discussione sul futuro della linea C. Da San Giovanni al Colosseo ormai c’è poco da discutere” ha affermato Improta. “Dal Colosseo a piazza Venezia si può aprire una breve finestra di discussione. Da Venezia in poi si può discutere di tutto”. Il primo problema sono i finanziamenti: “Intanto abbiamo chiesto al ministero una verifica della disponibilità finanziaria fino al Colosseo inoltre abbiamo opzionato 300 milioni per arrivare fino a piazza Venezia con l’obbligo di presentare al Cipe il progetto per la stazione di piazza Venezia. Nel giro di 3-4 mesi potremo avere una risposta definitiva su questo tema”.

Tra i punti affrontati da Guido Improta anche la situazione di Roma Metropolitane. In particolare la revoca dei suoi vertici: “Un’ipotesi che sta valutando il sindaco”. Poi ha aggiunto: “Rimango convinto che ci vuole un momento di discontinuità. E che sia venuto meno il suo status di società in house e del suo ruolo di braccio dell’amministrazione. Riscontriamo invece auto referenzialità”. Per Importa Roma Metropolitane “è un nodo non sciolto. Da un lato c’è la questione delle strutture tecniche. Su questo si può discutere a proposito dei livelli retributivi nell’ambito della spending review, con un riequilibrio dei salari di tutte le società del gruppo. Dall’altra c’è la questione dei dirigenti e dell’azzeramento dei vertici”.

Sullo sfondo, ha ricordato Improta, resta il futuro di Roma Metropolitane. “In passato si era parlato di un suo assorbimento nella macchina comunale o di una fusione con Risorse per Roma. Ma ritengo che su questo sia opportuno prenderci un momento di tregua, fare una due diligence e quindi fare la revoca dei vertici per mandare lì professionisti che diventino i nostri occhi nella società per capire la situazione per 5 o 6 mesi. Solo allora si può lasciare alla politica la scelta sulle diverse opzioni sul futuro della società”. Improta si è già mosso in questo senso: “Ho chiesto al presidente la disponibilità a rassegnare le dimissioni. Ma lui ha risposto di no. Ho comunque scoperto che l’articolo 12 della convenzione tra Roma Capitale e Roma Metropolitane prevede che il non rispetto dell’atto di indirizzo è una giustificazione di revoca”.

Soddisfatto il sindaco Ignazio Marino: “La certezza della data di apertura della prima parte della linea C, da Pantano a Centocelle rappresenta uno spartiacque importante per il trasporto pubblico della città di Roma. In attesa delle tappe successive e della realizzazione dell’intera opera, la conclusione di questa prima fase, nei nuovi tempi rinegoziati dalla nostra Giunta un anno fa, è per l’amministrazione una conquista rispetto alle incertezze di un passato in cui negli accordi per alcune stazioni, come San Giovanni, si scriveva “data da definirsi”. Stiamo restituendo a Roma e i suoi cittadini le certezze che meritano”.

Improta allontana dalle proprie responsabilità anche la preoccupazione sollevata nelle scorse ore dal ministro Lupi in merito a ritardi nei pagamenti per la grande opera. Improta ha spiegato: “A noi non risultano mancati pagamenti. L’unico ritardo è imputabile al Cipe che, da settembre 2013, non si è pronunciato ancora sulla rimodulazione del quadro economico finanziario”. Spiega Improta: “Dei 253 milioni compresi di Iva previsti nell’atto attuativo, invece, ne abbiamo liquidati 216 più Iva. La Regione Lazio ha scritto che liquiderà 12,8 milioni con il bilancio 2015 e ci ha chiesto di anticipare la quota. Ora vediamo se sarà possibile farlo attraverso l’attivazione di un mutuo”. Roma Metropolitane, hanno spiegato i tecnici della ragioneria, “asserisce che non sarebbero stati pagati dal dipartimento Mobilità due Sal (Stato di avanzamento lavori). Ma i due Sal in questione, i numeri 43 e 44, sono stati formalizzati solo a maggio e giugno 2014 e quindi in questo momento è in corso la fase di approfondimento tecnico. Si tratta di circa 60 milioni. Di questi 60 milioni 38 sono in via di liquidazione e 22 ancora in istruttoria. Risulta dunque incomprensibile la lamentela che ci sia un ritardo nel pagamento di un anno”.

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