i rifiuti a Roma sembrano non aver mai fine | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Sabotaggio o incompetenza. Roma alla riffa dei rifiuti

Tutti ora si accorgono che Ignazio Marino - che non ha reti di protezione da parte di alcun partito di maggioranza - ha sottovalutato la bomba ad orologeria della gestione dei rifiuti. I Vip cinguettano il disgusto per la sporcizia e il sindaco minaccia di far saltare teste all'Ama. Ma chiami piuttosto un ufficiale dei carabinieri e gli affidi la gestione. Anche perché entro settembre gli impianti di Cerroni potrebbero tornare definitivamente sotto il controllo del patron di Malagrottta (se così deciderà il Consiglio di Stato dopo la pronuncia favorevole a mister Monnezza del Tar pochi giorni fa). L'inchiesta giudiziaria sui rifiuti nel Lazio va avanti, ma la supposta interdizione di Cerroni e delle sue società era stata scritta così male dal Campidoglio che i giudici del Tar l'hanno bocciata

rifiuti romaMa l’esplosione del caos sui rifiuti è frutto dell’incompetenza o del sistematico sabotaggio alla gestione di mister Marino? Sorprende che dopo mesi di tolleranza soltanto ora i Vip (Bruno Vespa, Massimiliano Fuksas), si siano resi conto tutti insieme, anche dall’alto dei loro attici vista centro storico, che Roma fa schifo. Delle due l’una: o sono stati fuori piazza fin adesso, oppure hanno preferito stare zitti per attendere di salire sul carro del vincitore. Renzi, non è un mistero, non vede di buon occhio la gestione capitolina che è e rimane fuori dal controllo del “suo”.
Non è una novità che Marino abbia perso mesi preziosi prima di incominciare a capire come funzionasse la macchina amministrativa. Tanto più che senza la “rete protettiva” di un partito strutturato – paracadute che ha salvato tanti sindaci prima di lui dal caos – Marino ha proceduto al buio, facendo tanti errori di testa sua, o compiendone altrettanti perché mal consigliato.
La gestione dei rifiuti nella Capitale – si sapeva – era pratica delicata da affrontare per prima. Sicuramente prima di mettersi a fare sfilate arcobaleno o chiusure improvvide dei Fori imperiali. Ma questo è il passato.
Marino ora fa una sfuriata al giorno per cercare di capire chi lo voglia mettere di nuovo all’angolo. Ne ha fatte di scalate per rendersi conto del procedere dei lavori per la stabilizzazione e la futura apertura di Monte Mario. Ma la montagna incantata dell’immondizia, in confronto, è come scalare l’Everest per un principiante. Un filino impegnativa anche per i professionisti, un tantino difficile per gli esperti. Meglio non avventurarcisi.
Però Roma produce immondizia con un ritmo tale (3.300 tonnellate al giorno), che nel frattempo partorendo tante belle idee… i cassonetti strabordano. E i romani (senza autista) si inca…no.
La soluzione tampone di affittare dalla multiservizi romagnola Hera un tritovagliatore che ne possa trattare 200 di tonnellate al giorno, rappresenta evidentemente un contributo ma non la soluzione. C’è da dire che affittando i macchinari dalla società romagnola si risparmiano 35 euro a tonnellata. Costava infatti di più affidarli agli impianti dell’avvocato Manlio Cerroni (lo storico patron di Malagrotta finito nei pasticci proprio sotto la gestione Marino), che fare una gara e farli smaltire da altri.
Marino galleggia a mezz’aria tra la voglia di fare (e far vedere che fa), e i progetti avveniristici. Una segnalazione: nei mesi scorsi alcuni solleciti figuri di non ben identificate “cooperative” hanno consegnato in alcuni quartieri (Roma Nord), i kit per la raccolta differenziata. Bella iniziativa (che paghiamo con le tasse), se non fosse che i cassonetti per la raccolta differenziata negli stessi quartieri dove sono stati gentilmente elargiti i kit proprio non si sono visti.
Il sindaco, tanto solerte ultimamente a fare sfuriate, perché non si fa spiegare chi ci abbia guadagnato nel consegnare a migliaia di romani kit ambientali?
Ultima segnalazione: l’arci patron della monnezza del Lazio, Manlio Cerroni, ha ottenuto dal Tar del Lazio, proprio nei giorni scorsi, la titolarietà degli impianti di trattamento e smistamento dei rifiuti. Marino, quando era iniziato il caos giudiziario di Cerroni, aveva preso il controllo per legge. E puntava a mantenerlo su almeno due impianit fondamentali per l’ordinaria amministrazione. Ora – se anche il Consiglio di Stato sarà d’accordo con il Tar – dovrà restituire la gestione all’avvocato Cerroni. Certo, il processo contro il patron dei rifiuti Cerroni va avanti, resta da approfondire i legami delle società di gestione dei rifiuti e la politica laziale. ll 21 settembre scadrà infatti l’ordinanza del sindaco (l’ultima è di marzo) che consente di usare i Tmb del gruppo Colari nonostante l’interdittiva. Un apposito decreto del governo consente, in casi come questi, la requisizione degli impianti. Cerroni ha chiesto ai magistrati amministrativi l’annullamento dell’interdittiva e l’ha ottenuta dal Tar. Ora resta il definitivo grado di giudizio al Consiglio di Stato. Se il massimo organo amministrativo gli dovesse dare ragione, svaniranno le ragioni della requisizione. Marino è ben consapevole di questo passaggio fondamentale: «Stiamo lavorando con la nostra Avvocatura e con il ministero dell’Ambiente. Se il tribunale confermasse l’interdittiva procederemo alla requisizione in uso degli impianti prevista dalla legge. Sono pronto ad assumere in prima persona la responsabilità della requisizione».
Ecco: un suggerimento spassionato. Non si assuma la responsabilità in prima persona. Adoperi invece queste settimane per fare uno screening dei dirigenti dello Stato che sappiano muoversi. Altro suggerimento gratuito: nel 2010 in Campania non sapevano come uscirne con la gestione della sanità. Troppi interessi e troppi impicci. Morale è stato chiamato un generale dei Carabinieri e un colonnello dell’Arma che in meno di 12 mesi hanno raddrizzato Asl e gestione sanitaria. Il generale in pensione Mario Scoppa e il giovanissimo Maurizio Bortoletti, colonnello in aspettativa, ex Folgore, ex Dia.Marino si faccia una passeggiata a viale Romania e chieda al comandante generale Leonardo Gallitelli, se ha qualche ufficiale da prestargli. Ne gioveranno i romani, e la sola divisa terrà lontani un po’ di maramaldi che ronzano come condor. E ne gioverà anche Marino che rischia la poltrona di sindaco, proprio a settembre, se non riuscirà ad arginare la montagna politica della gestione della nettezza urbana.
Piuttosto inviti Cerroni, che con lettere e telegrammi si è reso disponibile a parlare e a risolvere i problemi di Roma, a un dibattito pubblico. Magari uno che gestisce la monnezza dei romani dagli anni Sessanta qualche buon consiglio potrà pure regalarlo all’amata capitale…

Leonardo Giocoli

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