Area metropolitana, Marino e il Pd ballano da soli per il sostituto della Provincia di Roma | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Area metropolitana, Marino e il Pd snobbano i Comuni dell’hinterland

campidoglio2Prossimo obiettivo lo statuto. Ecco il traguardo che si sono imposti il sindaco di Roma, Ignazio Marino, e il suo collega di Fiumicino, Esterino Montino. I due esponenti del Partito democratico si sono dati appuntamento l’altra sera al ‘Tirreno’, per discutere di come dovrà essere la nuova Area metropolitana della Capitale, che dovrà sostituire la Provincia: un consiglio formato da 24 eletti tra i rappresentanti dei 121 Comuni della zona. Ma, come la lettera inviata nei giorni scorsi al governo dalla segreteria provinciale dei democrat, anche due sere fa l’incontro era riservato ai due colleghi del centrosinistra senza l’intervento di nessun altro primo cittadino dei Municipi a ridosso del Gra.

Esulta Montino per la nascita del nuovo ente, che vedrà la luce in autunno (tra fine settembre e inizio ottobre), perché “dopo 25 anni Fiumicino ha molte risorse da valorizzare e a braccetto con Roma può dare la spinta a quei progetti che miglioreranno la vita dei cittadini”. Parla invece di grande futuro Marino, perché la Capitale dovrà coordinare un vasto territorio ricco di risorse. Fondamentale puntare sul potenziamento delle strutture e investire sul turismo”. Poi parla delle regole che l’aula Giulio Cesare si darà per il nuovo consiglio metropolitano, peccato che il nuovo statuto, secondo il disegno di legge del sottosegretario Graziano Delrio (che sancisce la nascita dell’Area), dovrebbe essere concertato anche con i Comuni più piccoli.

I due esponenti dem ribadiscono l’importanza dei servizi e di una mobilità integrata, ma i dubbi dei loro colleghi nelle zone limitrofe non mancano. A partire proprio dai trasporti: come farà Marino, sindaco di diritto della Città metropolitana, a intervenire su zone che non conosce?, domandano gli altri sindaci. Che fino ad oggi non sono mai stati contattati dall’inquilino del Campidoglio.

La paura è quella di una visione romanocentrica, che punti a mantenere le risorse economiche all’interno del Gra, lasciando indietro gli altri. E mentre il Pd si organizza e chiede un vice sindaco per i Municipi più piccoli, anche se Marino avrebbe già avanzato l’ipotesi del consigliere capitolino Gianni Paris, gli altri si autorganizzano. Nei Comuni dei Castelli c’è già chi punta a un’unione per sorpassare la norma Delrio. Progetto impraticabile. Per questo il sindaco di Monte Compatri, Marco De Carolis, ha lanciato l’idea di un fronte dei piccoli. Due le proposte: un vice Marino estraneo al Grande raccordo e che possa avere una sorta di potere di veto o un sindaco metropolitano eletto. Per evitare di “sprecare un’opportunità”, spiega la guida della cittadina monticiana. E non lasciare indietro nessuno.

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