Rimandare lo sgombero del Valle: l'appello di Bray | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Posticipare lo sgombero del Teatro Valle: l’appello dell’ex ministro Bray

striscione valleSpostare in autunno l’ultimatum per il Valle. E posticipare così lo sgombero per gli occupanti dello storico teatro romano. A due giorni dal ritorno alla legalità, come lo definisce l’assessore alla Cultura Giovanna Marinelli, arriva l’appello dell’ex ministro Massimo Bray e da politici e intellettuali, tra i quali il deputato Pd Pippo Civati lo storico dell’arte Tomaso Montanari.
Nella lettera – firmata, tra gli altri, anche dall’ex presidente della Corte costituzionale Paolo Maddalena, dai giuristi Maria Rosaria Marella e Ugo Mattei, dallo scrittore Christian Raimo – si sottolinea che la trattativa “che può decidere la sorte del Teatro Valle è arrivata ad un punto cruciale” perché  “si è anzi cominciata ad intravedere la possibilità che anche una volta entrato nel Teatro di Roma il Valle conservi una sua marcata autonomia culturale e gestionale pur nel rispetto della normativa vigente”. La proposta è quella di sperimentare un modello di gestione partecipato sotto la supervisione del Teatro di Roma, guidato da Marino Sinibaldi, a cui il Comune vuol cedere l’immobile.
“Crediamo che questa sia una via promettente – si legge ancora nell’appello – una via che delinea una soluzione la cui importanza politica trascende perfino la sorte del Valle stesso. Negli ultimi decenni anche in campo culturale le pubbliche amministrazioni si sono impegnate a creare nel loro seno società e agenzie che permettessero di agire secondo procedure e, non di rado, anche con finalità di tipo privatistico. Qua si tratta di avviare un processo perfettamente speculare: e cioè studiare il modo in cui sia possibile che le istituzioni pubbliche ospitino al loro interno un modo diverso per essere pubblico. Un modo radicalmente costituzionale di essere pubblico”.
Poi rilancio con la richiesta di posticipare lo sgombero: “Se vi scriviamo è perché ci sembra che questo risultato sia troppo importante e troppo a portata di mano, per vanificarlo con scadenze che non sono dettate da nessuna reale esigenza”
Stesse parole usate ieri dagli occupanti seduti attorno al tavolo di piazza Campitelli con l’assessore capitolino alla Cultura Giovanna Marinelli e al presidente del Teatro di Roma Sinibaldi. A breve si aprirà anche la battaglia sulla ristrutturazione e la messa a norma dello stabile. Chi dovrà pagare? Per l’ex sottosegretario ai Beni Culturali ed oggi deputato Fi Francesco Giro il ministero non dovrà cacciare “nemmeno un euro per i lavori dopo tre anni di occupazione illegale e abusiva”. Se dovesse accadere, minaccia una richiesta di chiarimento in commissione Istruzione. E chiede che l’intervento della Corte dei Conti per capire le responsabilità.

 

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