Scambio di embrioni, il dialogo per un confronto fuori dal Tribunale | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Scambio di embrioni, si tenta la strada del dialogo per non lasciare il giudizio al Tribunale

Fecondazione-assistita-3 Segnali per aprire un dialogo, per cercare di arrivare ad un confronto lontano dalle aule di un tribunale. Lo scambio degli embrioni avvenuto il 6 dicembre scorso, la nascita di due gemelli il 3 agosto e la decisione del giudice di respingere le istanze presentate dai genitori biologici. Fotogrammi di una vicenda complessa che necessariamente dovrà trovare uno sbocco in un percorso più intimo. I genitori genetici, che in poche ore hanno appreso della nascita dei bambini e incassato il no del tribunale civile di Roma, attraverso le pagine di Repubblica, hanno chiesto all’altra coppia di non essere esclusi dalla vita dei due bambini che hanno, in ogni caso, i loro Dna. «Per noi rimane sempre al primo posto il bene dei bambini – hanno affermato nell’intervista – e la speranza che possano al più presto ricevere anche le nostre cure e attenzioni. Rimaniamo convinti che questa storia può avere un altro finale. Si tratta di amore da dare e non di egoismo da osteggiare». La risposta a tutto ciò arriva dall’avvocato dei neogenitori che sembra aprire ad un possibile incontro in futuro. «Adesso facciamo calmare le acque – afferma l’avvocato Michele Ambrosino che in questi mesi è stato costantemente al fianco della coppia -, ma con il tempo ci sarà modo di organizzare degli incontri e dialogare». Nell’intervista i genitori biologici, entrambi romani come l’altra coppia, hanno detto, inoltre, di sentirsi «ignorati. Nessuno considera i nostri diritti, nessuno riconosce il nostro ruolo fondamentale in questa vicenda. L’affettività, che è il tema ricorrente nella sentenza -dicono nell’intervista- viene attribuita solo a loro, ma anche noi amiamo questi bambini. E il legame che ci unirà a loro non dura 9 mesi, ma tutta una vita». Parole che, in parte, vengono commentato dal legale rappresentante dei genitori.«Ciò che ho letto – spiega l’avvocato Michele Ambrosino – arriva a poche ore dalla decisione di un giudice che ha respinto quella che io definisco una sorta di aggressione giudiziaria. Ricordiamoci che era stato chiesto di bloccare l’iscrizione all’anagrafe e di affidare i bambini in un istituto subito dopo la nascita. Richieste che mal si conciliano con il desiderio espresso in queste ore di poter vedere i piccoli ed essere coinvolti in questa fase della vicenda». L’avvocato comunque si dice «certo» che in futuro si troverà una soluzione, con incontri e con l’avvio di un dialogo tra le coppie. Adesso, però, è il momento che la situazione si tranquillizzi«. La vicenda giudiziaria resta, comunque, aperta tanto che l’avvocato dei neogenitori annuncia un prossimo esposto in Procura. »Stiamo riflettendo attentamente su come procedere – conclude Ambrosino -. Stiamo vagliando tutti gli elementi che possano costituire fattispecie di reato per presentare alla Procura un esposto

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