Teatro Valle, gli attivisti restano nel foyer e attaccano Franceschini | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Teatro Valle, l’occupazione (in)finita: attivisti nel foyer per dettare le condizioni al Comune

assemblea valle 1Vogliono la «gestione informale» del foyer e tenersi una copia delle chiavi. Chiedono progressi sostanziali nella trattativa per il passaggio sotto il Teatro di Roma, che a loro dire langue. Si lamentano che dopo ‘l’uscità dal teatro stamani è stata staccata la luce, tornata solo alcune ore dopo. Gli attivisti che dopo oltre 3 anni di occupazione hanno (quasi) sgomberato il Teatro Valle rilanciano la sfida alle istituzioni. Non hanno alcuna intenzione di sbaraccare del tutto, per ora, dal teatro vicino a piazza Navona, il più antico della città. Hanno liberato la bellissima sala con la platea e i palchi e il palcoscenico inclinato, i piani superiori, ma restano con un presidio nel foyer dall’ingresso sulla strada. E dettano le loro condizioni per proseguire il dialogo con le istituzioni. «Il primo appuntamento sarà il 2 settembre con il direttore del Teatro di Roma, Antonio Calbi – rispondono l’assessore comunale alla Cultura Giovanna Marinelli e il presidente del TdR Marino Sinibaldi -, per avviare gli incontri necessari alla stesura e alla firma della convenzione tra Teatro di Roma e Fondazione Teatro Valle Bene Comune. Ci attendiamo che coerentemente il Teatro Valle sia lasciato immediatamente e interamente a Roma Capitale e, quindi, al Teatro di Roma». Dopo la notte di San Lorenzo con la festa di addio, il 10 agosto fissato da loro stessi per l’uscita volontaria, gli attivisti rimasti spiegano che «avevamo detto il 10 a fronte di garanzie sulla convenzione» con il Teatro di Roma. «Ma su questo siamo ancora indietro», dice Ilenia Caleo in conferenza stampa. Prima si era svolto il sopralluogo al Valle – al buio per l’assenza di corrente – di rappresentanti di Soprintendenza e Campidoglio assieme agli attivisti in vista dei lavori di messa a norma. Gli ambienti sembrano in buono stato. «Hanno staccato la luce in risposta alla nostra apertura nel mettere fine all’occupazione – dice l’attivista-. Attendiamo segnali positivi già nelle prossime ore». Chiama in viva voce lo storico dell’arte Tomaso Montanari, che ha scritto al sindaco assieme all’ex ministro dei beni culturali Massimo Bray e ad altre personalità per chiedere di dare più tempo al dialogo. Elogia gli occupanti ed attacca Ignazio Marino, l’assessore Marinelli e il ministro della Cultura Dario Franceschini. «Il grande assente in questa vicenda», accusano gli occupanti. Che diffondono le cifre di 3 anni di lavoro: 281 spettacoli teatrali, 3300 artisti, 5600 soci della Fondazione Teatro Valle Bene Comune, tra le altre. La luce ritorna, alle 17 di nuovo assemblea. Davanti al teatro viene montato un palco di legno per portare simbolicamente all’esterno un pezzo del Valle e dell’esperienza di questi tre anni. Tra gli attivisti e la stampa poche facce note dello spettacolo, tra loro l’attore Claudio Bigagli. La battaglia del Valle non è finita. Si è solo spostata nel foyer.

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