Il set naturale di Ostia diventa un libro: in 200 pagine oltre cento film | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ostia set naturale, nel libro di Mancini tutti i film girati sul litorale

lungomare ostiaFederico Fellini scelse gli scenari di Ostia e del suo litorale al posto della sua amata Rimini per girare le scene del suo primo grande successo «I Vitelloni» (1953) e, tra gli altri, «Le Notti di Cabiria» (1957). E come dimenticare l’indimenticabile faccia da bambinone di Alberto Sordi petulante e scocciatore sulle spiagge dello stabilimento balneare Kursaal nella pellicola di Cesare Zavattini «Mammia mia che impressione» (1950). E ancora: Carlo Verdone quando racconta con enfasi come sia stato ispirato quando ha creato lo storico personaggio coatto di uno dei suoi primi film «Gallo cedrone» (1998). «Stavo facendo un sopralluogo a Ostia. Stavo da solo. Guardavo. Guardavo il mare, era una giornata fredda, ma c’era un bel sole – racconta il regista romano -. Ed a un certo punto ti vedo uno a torso nudo, sui 50 anni, con il capelli un pò tinti, tutto pieno di crema, con un trittico di specchi che stava così, faccia al sole, s’abbronzava. Poi a un certo punto faceva per stendersi la palpebra, cioè voleva far prendere l’abbronzatura pure alle pieghe delle rughe». Sono solo alcuni degli aneddoti raccontati nel libro «Ostia set naturale – Luoghi e magie del cinema sul litorale romano» (edizioni Il Librario), l’ultima fatica del giornalista Giulio Mancini, storica firma del Messaggero. L’opera in 207 pagine rappresenta una sorta di guida alla storia del Lido attraverso i film che lo hanno rappresentato. L’autore ha contato, documentato fotograficamente e descritto circa 130 pellicole che hanno una o più scene girate a Ostia. Una realtà storica che fanno del Lido, probabilmente, la seconda location d’Italia, dopo Roma, per numero di film. La spiaggia, l’abitato in stile liberty, la pineta, le attrezzature turistiche hanno fatto da set ideale per tantissimi registi, i massimi in Italia. «Non si può dimenticare che c’è chi, nell’analisi del successo cinematografico della spiaggia di Roma come set naturale e plurirappresentato, crede in una visione più pratica e pragmatica – spiega nella prefazione del libro il giornalista che da oltre 35 anni si occupa delle vicende del litorale romano – trainata da Roma, città del cinema, dell’arte, della cultura, Ostia ne rappresenta uno sfogo naturale, di prossimità, economico e poliedrico per le scene all’aperto». Qui, infatti, ha esordito alla regia Franco Zeffirelli (Camping, 1957), Fellini ha ricostruito la sua Rimini (I Vitelloni, Amarcord, 8 e 1/2, La voce della Luna), Alberto Sordi ha interpretato i suoi maggiori successi, Sophia Loren e Marcello Mastroianni hanno mosso i loro primi passi. Questa è stata la palestra per registi del calibro di Risi, Scola, Blasetti, Lattuada, Girolami, Comencini, Steno (Stefano Vanzina), Bolognini, Pietrangeli, Citti. Persino Woody Allen ha riconosciuto alla spiaggia della Capitale un ruolo da raccontare nel film «To Rome with love». Qualcuno ha sostenuto che la fortuna cinematografica di Ostia è stata la vicinanza con Cinecittà, regno internazionale della celluloide. Niente di più vero, ma, c’è da aggiungere, il Lido non sarebbe stato una location ideale se non avesse offerto scenari inimitabili, architetture originali, gente discreta, una genialità locale che si è poi tradotta in personalità artistiche di tutto rilievo. Non è un caso, evidentemente, che il fotografo Daniele Nannuzzi, il regista Sergio Leone, gli attori George Ardisson, Enzo Salvi, Enrico Brignano, Gabriele Pignotta, Fabio Avaro, Elena Sofia Ricci, Micaela Ramazzotti, Pino D’Aloia, gli stuntmen Nellone Pazzafini, Massimo Vanni e Franco Daddi, abbiano legato la loro storia personale indissolubilmente con questa realtà cittadina.

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