Metro C, l'ordine di Renzi: "Mai più stop per ritrovamenti archeologici" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Metro C, i ritrovamenti archeologici non fermeranno più i lavori. Parola del premier Renzi

Erano un totem, con il potere di bloccare tutto. Per il presidente del Consiglio un paradosso. Ma da settembre gli scavi non fermeranno più le opere fondamentali

Metro cSANGIOVANNIA Roma era diventato un ‘totem’, per usare una parola a lui tanto cara. Ma adesso, per il premier Matteo Renzi, il paese deve correre. E per farlo un’opera come la metro C diventa fondamentale. Così i ritrovamenti di reperti archeologici nel sottosuolo della Capitale non devono più bloccare i lavori. “Un paradosso”, lo definisce Matteo Renzi che, nella sua trasferta napoletana, ha annunciato “una diversa gestione delle realtà archeologiche”.

La nuova disciplina sarà pronta tra due settimane, quando in consiglio dei ministri arriverà il decreto “Sblocca Italia”: un provvedimento che dovrebbe far ripartire tutta una serie di cantieri che sono lì da anni. Sulla terza linea della metropolitana, Renzi non usa giri di parole: “Il colmo è che si bloccano i lavori perché si trovano dei reperti archeologici. Questo è un paradosso. In tutto il mondo le risultanze degli scavi archeologici permettono ai passeggeri delle metropolitane di godere di cose che altrimenti non avrebbero mai potuto vedere. Torino, Roma con l’operazione della linea C e Palermo sono realtà che accederanno al finanziamento delle linee metropolitane”. Risorse che potrebbero dunque sbloccare la tratta che va dal Colosseo a piazza Venezia.

Gli intoppi ci sono stati: la famosa villa con vasca ritrovata a San Giovanni, che ha costretto la talpa a cambiare percorso. Ma quella stessa talpa, dicono i beni informati, da lì neppure riesce a passare in verità. Senza dimenticare i tre casi dei resti di edifici imperiali ai Fori, delle vestigia del Circo Variano a San Giovanni e dell’antica cava ritrovata al Pigneto. Non solo. A pagare era sempre il pubblico. Nell’accordo transattivo firmato a settembre dello scorso anno tra il Campidoglio e il consorzio che si occupa di costruire l’opera (Vianini, Cmb e Ansaldo tra gli altri) c’era una clausola sbilanciata verso il general contractor: ad ogni stop per i ritrovamenti le spese sarebbero state a carico dell’amministrazione.

Il futuro dell’opera è ancora incerto. Tutti parlano della prossima fermata al Colosseo. Per l’arrivo a piazzale Clodio si vedrà. Servono in primis quei 90 milioni di euro dell’accordo transattivo, anche se la Corte dei conti indaga sugli extra costi concessi al consorzio di imprese. Il nodo dei soldi è fondamentale: i lavori dovrebbero finire entro il 2016. Senza altre risorse sia Metro C che Roma metropolitane possono rescindere il contratto. Per questo diventano fondamentali i finanziamenti dello Sblocca Italia. Che non può essere bloccata da un’anfora rimasta sotto terra per secoli, secondo il premier Renzi.

 

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