Agguato all’Anagnina, l’ombra dei boss di Cinecittà sull’assassinio di Pietro Pace
Pietro Pace conosceva e frequentava dei boss di Cinecittà gestori del narcotraffico. E’ quanto emerge da fascicoli degli inquirenti, nei quali il nome della vittima dell’agguato di mercoledì scorso in via Gasperina compare più volte. Nessun coinvolgimento particolare, ma l’ombra di frequentazioni pesanti resta. Come agli atti restano i controlli nel corso dei quali è stato trovato con loro anche Pace. Amici grazie ai quali la vittima dell’agguato avrebbe conosciuto la donna con cui si frequentava, compagna di un detenuto in carcere con l’accusa di aver tentato di uccidere un poliziotto. Possibile movente che aveva immediatamente indicato il padre del dipendente Ama assassinato. Le piste seguite sono due: una che non esclude un possibile regolamento di conti, confermata dall’agguato in perfetto stile della criminalità organizzata (scooter, caschi integrali e colpi di pistola sul viso); la seconda è quella passionale, quella di un delitto legato a questioni amorose che però sono al momento ancora tutte da decifrare.
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