Secessione, stavolta il voto del consiglio di Amatrice è valido: via libera al referendum
Questa volta il voto è valido: il Consiglio comunale di Amatrice, in provincia di Rieti, ha deliberato con otto ‘si« e due ‘nò di indire un referendum consultivo per distaccarsi dalla Regione Lazio, in polemica con la scelta di trasformare in Casa della Salute il locale ospedale ‘Grifonì. Ma resta aperta una porta di dialogo con il governatore-commissario Nicola Zingaretti, »rafforzata – spiega oggi il sindaco del Comune sabino Sergio Pirozzi – da alcune dichiarazioni che il presidente ha rilasciato ai media«, nelle quali assicurava che sarebbe stata garantita la corretta assistenza sanitaria. La nuova votazione (avvenuta lunedì) si era resa necessaria perchè nel precedente Consiglio comunale, il 20 agosto, si era verificata una irregolarità formale: la seduta infatti si era chiusa con le sole dichiarazioni di voto di maggioranza e opposizione ma senza procedere al voto vero e proprio per alzata di mano. Anche l’opposizione di centrosinistra aveva protestato. Il sindaco ha dunque riconvocato il Consiglio e proceduto alla votazione. Nella stessa seduta è stata approvata con i voti della sola maggioranza una mozione che impegna il sindaco »a interloquire solo ed esclusivamente con il presidente della Regione Lazio e Commissario ad acta Nicola Zingaretti e, nel caso intervengano atti concreti che confermino le promesse pervenute mezzo stampa, a sottoporre al Consiglio le eventuali nuove determinazioni del Commissario al fine di valutare se le stesse corrispondono alle esigenze del nostro territorio, area interna, particolarmente disagiata, al fine di assumere le determinazioni conseguenti«. Insomma, se sulla difesa della sanità amatriciana Zingaretti dovesse dare risposte soddisfacenti al Comune, non è escluso che il Consiglio possa decidere di tornare sui suoi passi rispetto al referendum. »A me hanno fatto piacere le dichiarazioni del presidente – afferma il sindaco Pirozzi – specie quando spiega che si è trattato di un malinteso e soprattutto che non è stata una questione politica. Ma se continueranno a prenderci in giro, allora andremo avanti«. Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra Pirozzi e Zingaretti. A suscitare la protesta del Comune di Amatrice era stato in particolare il fatto che nel decreto che riorganizza la rete sanitaria fosse stato concesso lo status di ‘area disagiatà a Bracciano, Monterotondo e Subiaco e non ad Amatrice, centro montano a mille metri d’altezza e distante molti chilometri dal successivo ospedale. Da qui la decisione di indire un referendum con l’obiettivo di annettersi all’Abruzzo o alle Marche. Un iter complesso previsto dalla Costituzione e che prevede, oltre al referendum tra i cittadini del Comune, una legge approvata dal Parlamento e un passaggio nei Consigli regionali di partenza e di arrivo.
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