Ebola, viaggio nella Irbm di Pomezia dove il vaccino sconfigge il virus | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ebola, viaggio nella Irbm di Pomezia dove il vaccino sconfigge il virus

irbm pomeziaUna superficie di oltre 20 mila metri quadrati, perfettamente autosufficiente («abbiamo anche un pozzo per l’acqua e un sistema di smaltimento rifiuti») a mezz’ora di macchina da Roma. È qui, nei laboratori dell’Irbm Science Park di Pomezia, che è nato il vaccino contro il virus Ebola, concepito e realizzato da Okairos in joint venture con la Irbm. Un prodotto (acquisito dalla multinazionale Gsk) che è «ora in fase di produzione, e sarà distribuito dove servirà». A parlare è il ‘padrè del vaccino anti Ebola, il professor Riccardo Cortese, nel corso di una visita del governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che ha voluto congratularsi di persona con una realtà che proietta il Lazio, e l’Italia, sullo scenario mondiale. Una storia, quella del vaccino anti Ebola, che prende le mosse «a metà degli anni 2000, quando ho lasciato il mio lavoro in una multinazionale perchè mi sentivo maturo per fondare Okairos – ha spiegato Cortese – sulla base di una idea che ha portato all’invenzione di un nuovo modo di produrre vaccini per diverse malattie». E il lavoro su Ebola è stato per Cortese e il suo staff anche una vetrina di fronte al mondo per questo nuovo metodo: «Era il più difficile da realizzare: se avesse funzionato con Ebola, allora avremmo dimostrato che avrebbero funzionato con tutti gli altri». E poi l’incontro con un imprenditore, Piero Di Lorenzo, che ha salvato la Irbm dalla chiusura, ha scommesso sulle idee del ricercatore e su impulso del Cnr (con cui la Regione Lazio ha stipulato un protocollo d’intesa) ha fornito «uomini e mezzi» a un campo di ricerca «molto di nicchia». Sono vicende in cui il tempismo conta: «Ora – ha affermato ancora Cortese – siamo tra gli unici al mondo che si sono fatti trovare pronti davanti a questa emergenza inaspettata. E siamo in grado di produrlo ‘chiavi in manò. Noi non facciamo solo esperimenti, possiamo produrre la provetta». E distribuirla dove servirà, a partire dall’Africa. La spiegazione dettagliata sul funzionamento del farmaco sarà pubblicata domenica sull’edizione on line di ‘Nature Medicinè ma, ha sottolineato oggi Cortese, il prodotto «è stato testato con grande successo in più parti del mondo» e i test negli Usa su alcuni modelli animali hanno dato «risultati spettacolari, al di sopra di ogni aspettativa». Ha l’ok dell’Aifa e della Food & Drug Administration, e lo scorso 28 agosto sono iniziati i trial clinici sull’uomo. «Per la ricerca in Italia – la riflessione di Cortese – non mancano i capitali: mancano i capitali a rischio, quelli su progetti che sembrano irrealizzabili come il vaccino per l’Ebola». All’estero l’approccio è diverso, e per questo Cortese all’inizio dell’avventura ha deciso di stabilire la sua sede a Basilea, per trovare capitali e sviluppare la sua idea al di fuori delle multinazionali. «È andata bene – la conclusione dello scienziato – una grande multinazionale che non aveva investito su questo particolare aspetto ha deciso di comprare questa tecnologia. E noi l’abbiamo venduta con grande soddisfazione».

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