Roma, Yanga-Mbiwa ci crede: "Qui per vincere" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Roma, Yanga-Mbiwa: “Qui per vincere”. E per rientrare nel giro della nazionale francese

Il nuovo acquisto dei giallorossi

Il nuovo acquisto dei giallorossi

A Roma per vincere e rientrare nel giro della nazionale francese. Mapou Yanga-Mbiwa aspira al massimo dalla nuova esperienza in giallorosso, materializzatasi proprio nelle ultime ore del mercato estivo. Il centrale difensivo, sbarcato nella Capitale in prestito dal Newcastle, è convinto di potersi ritagliare uno spazio importante nel corso della stagione. «Sono qui per cercare di essere un valore aggiunto per la squadra – spiega nella conferenza stampa di presentazione a Trigoria -. Con Garcia ci conosciamo già dai tempi in cui io ho vinto lo scudetto col Montpellier e lui allenava in Francia, mi ha convinto lui a venire perchè vuole vincere il campionato e devo confessare che anche io sono affamato di trofei. Spero di condividere queste vittorie insieme a lui e alla società. Abbiamo una squadra super, una grande rosa e faremo di tutto per raggiungere i nostri traguardi». Vincere con la Roma, d’altronde, potrebbe riaprirgli le porte della nazionale. «Se dovessi giocare con frequenza credo che avrò delle possibilità di tornare a vestire la maglia dei Bleus – sottolinea Yanga-Mbiwa, che ha scelto la casacca n.2 -. Ovviamente bisogna lavorare tanto, darò il massimo in allenamento e durante le partite per conquistare un posto da titolare». «Il mio ruolo? Sono a disposizione dell’allenatore. Se dovessi giocare da terzino destro lo farò con piacere tuttavia credo che il mio ruolo sia quello di centrale difensivo» precisa, prima di ammettere che al Newcastle le cose non sono andate come sperava: «Non ha funzionato forse perchè non hanno lo stesso modo di vedere le cose, in Premier League è tutto basato sul fisico. Qui invece credo sia diverso, si gioca di più a pallone. Il campionato italiano è molto più simile a quello francese, quindi sono sicuro di riuscire a dimostrare che l’Inghilterra è stato un semplice errore».

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