Atac: stipendi a rischio, Governo indeciso sui fondi. Spending review taglia le corse | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Atac: stipendi a rischio, Governo indeciso sui fondi. La spending review taglia le corse, non gli sprechi

Da palazzo Chigi frenata sulla possibilità di sfruttare il 4 per mille dell'Irpef, destinato a ripianare il debito di Roma, per il tpl

autobus-atacAveva chiesto 240 milioni extra per il trasporto pubblico locale, ma il no è stato secco. Poi aveva provato con l’idea di attingere dai fondi della gestione commissariale, ma anche in questo caso la risposta è stata negativa. Sperava che l’allarme stipendi potesse far cambiare le carte in tavola, ma come nei due casi precedenti: niente da fare. Di fronte all’impossibilità che la Regione di stanziare altri fondi, e nonostante l’sos lanciato dal sindaco Ignazio Marino, i tecnici del Tesoro non hanno fatto una piega. La conferma arriva dal sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, che spiega a chiare lettere come dal governo “al momento non c’è nessun orientamento su questa proposta”. L’ipotesi era quello di usare il 4 per mille dell’Irpef per finanziare il tpl romano, rimandando a tempi migliori le rate per il debito. Una proposta che non ha fatto fare i salti di gioia al ministero di vi XX Settembre, considerando che sul piatto c’è ancora la questione del Salva-Roma al capitolo extra-costi che Marino chiede per le funzioni da Capitale della sua città. Sarà l’incontro con il ministro Padoan a dare all’inquilino del Campidoglio, non appena rientrerà dal viaggio istituzionale in California, si parlerà dell’allentamento dei paletti per la stabilità. Che dovrebbe portare, nei piani del sindaco, altri 300 milioni nelle casse di palazzo Senatorio. Altra ipotesi, per salvare la priorità Atac, è quella di un aumento degli abbonamenti, che passerebbero da 250 a 280 euro l’anno. Assotutela prevede un calo drastico. All”assessore capitolino alla Mobilità, Guido Improta, non dispiacerebbe. E meno male che si sarebbe tutto risolto con la mobilità dei lavoratori, passati dalla scrivani alla strada, e con la spending review. Il debito è di 1,6 miliardi, il deficit di 219 milioni; ma ad essere tagliate, nei primi tre mesi dell’anno, sono state le corse: -2% per bus e tram. Ma nel piano il totale di chilometri tagliati fa 25 milioni, circa un quinto di tutto il servizio. Poi ci sono le multe. Ma gli appalti e la manutenzione, che sono il vero pozzo senza fondo, quelli ancora non sono stati toccati. Nonostante le promesse, che risalgono a un anno fa.

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