Da biblioteca nazionale di Roma a polo d'Italia: la proposta del direttore De Pasquale | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Da biblioteca nazionale di Roma a polo d’Italia: la proposta del direttore De Pasquale

biblioteca nazionale di romaTrasformare la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma nella Biblioteca Nazionale d’Italia facendola diventare anche un punto di riferimento per la cultura del Novecento valorizzando i fondi, fra cui le carte di Gabriele D’Annunzio, Pier Paolo Pasolini ed Elsa Morante, per cui è celebre. E renderla un polo di attrazione culturale, con aperture serali. È la grande sfida di Andrea De Pasquale, nuovo direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Il suo sogno è che un giorno, non molto lontano, si possa dire: «Questa sera cosa facciamo? Andiamo alla biblioteca». «Negli altri Paesi esiste una Biblioteca Nazionale unica per ogni Stato. A Parigi, per esempio, c’è la Bibliothèque nationale de France, in Italia, per la nostra storia fatta di tanti staterelli che ad un certo punto sono stati uniti, non si è riusciti ad averla. Esistono due Biblioteche nazionali centrali: quella di Roma intitolata ancora a Vittorio Emanuele II e quella di Firenze e poi 46 biblioteche di Stato» spiega all’ANSA De Pasquale, 44 anni, che è esperto di lettere antiche e appassionato di nuove tecnologie, ha una visione internazionale ed è stato alla guida delle Biblioteche Braidense di Milano, Nazionale Universitaria di Torino e Palatina di Parma. «Quando Roma è diventata capitale – dice il nuovo direttore – c’era l’idea di creare la Biblioteca Nazionale d’Italia, di farne l’archivio del Paese recuperando le biblioteche dei conventi di Roma soppressi con al primo posto la biblioteca dei Gesuiti, quella del Collegio Romano, la più grande di Roma, ma il progetto non è mai decollato». Inoltre, sottolinea De Pasquale, «abbiamo le carte o parte dell’archivio di tutti i grandi autori della nostra letteratura del Novecento da D’Annunzio a Umberto Saba, Eugenio Montale, Alberto Moravia, l’intera biblioteca di Elsa Morante e anche documenti sulla guerra e l’ebraismo fra i quali carte di Natalia Ginzburg e vorrei dunque farne la Biblioteca del Novecento» sottolinea De Pasquale. E non solo, potrebbe diventare anche la «Biblioteca della Multiculturalità con materiali legati a terre lontane. Conserviamo il fondo cinese che vengono a vedere da tutto il mondo, quello giapponese, slavo. Abbiamo gli alfabeti esotici del ‘700 che raccolgono quello che non è scritto in alfabeto latino. Rarità verso cui c’è un grande interesse». L’idea è di riprendere il discorso di «Roma centro di culture e portarlo fino ai giorni nostri» continua. Da qui anche l’intenzione di far diventare la biblioteca un polo di attrazione culturale recuperando spazi esterni ed interni sotto utilizzati o non utilizzati. «C’è una sala conferenze di oltre 300 posti. Il bookshop non esiste più da anni. La sala mostre ospita esposizioni temporanee, spesso è vuota, e vorrei farne uno spazio espositivo permanente dedicato alla letteratura italiana del Novecento, anche per la didattica delle scuole. Esistono anche un giardino enorme con sculture di artisti come Luigi Venturini e all’interno tele e arazzi fra cui uno di Giuseppe Capogrossi. Ci sono un’arena all’aperto dove si possono fare spettacoli e un ristorante che ora è solo per i dipendenti. Tutta una serie di spazi che devono essere vissuti anche con apertura serale». De Pasquale, che ha esperienze anche manageriali, vuole creare anche impresa «attraverso la concessione di spazi, soprattutto esterni, a imprese giovani che possono realizzare eventi culturali di qualità».

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