Eutanasia, la legge ferma. Malata di sclerosi gira video choc prima di morire | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Eutanasia, la legge è ferma e una malata di sclerosi gira video choc prima di morire

In Italia c’è chi, come Monicelli o Lizzani, sceglie il suicidio, o chi come Damiana, una donna di 68 anni protagonista di un video pubblicato dall’Associazione Coscioni, riesce a mettere insieme i documenti e i 10mila euro per ottenere la ‘dolce mortè in Svizzera. O anche chi, forse oltre 20mila persone ogni anno, viene aiutata a morire di nascosto negli ospedali. La legge che potrebbe rendere l’eutanasia legale, denuncia l’associazione Coscioni che inizia oggi una serie di manifestazioni sul tema, giace nei cassetti del Parlamento da un anno, fra il disinteresse di praticamente tutte le forze politiche. «Adesso mi trovo relegata a letto – racconta Damiana, malata di sclerosi multipla nel video, girato pochi giorni prima della sua morte, lo scorso 4 settembre – ho dolori fortissimi, le mie mani tremano. Non voglio aspettare di rimanere paralizzata del tutto. Non basta l’assistenza, la dignità ha varie sfumature, e uno che abituato a fare tutto da solo non accetta una assistenza totale, nell’igiene, nella nutrizione. Questa non è vita». La prima delle iniziative è una ‘walkaround’, una camminata di 20 ore promossa da Mina Welby, la moglie di Piergiorgio, intorno a Montecitorio dalle 16 di oggi fino alle 12 di domani. Quindi il testimone dell’iniziativa passa ai volontari di altre 40 città italiane dove verranno organizzati banchetti per chiedere l’istituzione del registro per il testamento biologico. «La proposta – chiarisce Filomena Gallo, segretario dell’associazione Coscioni – riguarda due aspetti. Da un lato stabilisce la depenalizzazione del reato di eutanasia nel caso in cui venga scelta da pazienti con prognosi di malattia incurabile, aspettative di vita inferiore ai 18 mesi e afflitti da gravi sofferenze. Dall’altro – prosegue – dà pieno valore legale al testamento biologico». In attesa della legge sono sempre di più le persone che come Damiana si rivolgono ai paesi, come la Svizzera, in cui l’eutanasia è legale, a patto però che siano trasportabili, abbiano le risorse economiche e quelle fisiche per sopportare una trafila lunga, piena di documenti e di visite. «Martedì avrò una prima visita con un medico – così Damiana descrive la procedura a cui sarebbe stata sottoposta pochi giorni dopo – il giorno dopo un’altra visita con il medico. Il terzo giorno se non avrò cambiato idea loro mi daranno una bevanda che devi bere da solo, ti fa addormentare e non ti risvegli più. Io potevo permettermelo, ma chi non può che fa? Sarebbe stato meglio poterlo fare in Italia». L’appello dell’Associazione è a tutte le forze politiche. «Da quando abbiamo depositato la legge ci sono state prese di posizione autorevoli – afferma il tesoriere dell’associazione Marco Cappato – ma non sufficienti a provocare una reazione. La più autorevole è quella, espressa più volte, del presidente della Repubblica. Abbiamo incontrato il presidente della Camera, e anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle, e avuto l’appoggio di singoli parlamentari. In altri paesi temi come questo fanno parte della campagna elettorale, mentre qui non si è riusciti a ottenere neanche una singola audizione».eutanasia

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login