Infarti, il batterio dell'ulcera aumenta i fattori di rischio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Infarti, il batterio dell’ulcera aumenta i fattori di rischio

università cattolicaIl batterio dell’ulcera aumenta il rischio di eventi cardiovascolari «maggiori», cioè gravi come l’infarto cosiddetto ‘STEMÌ, il più severo, ma anche lo scompenso cardiaco o la sindrome coronarica acuta ricorrente, tutti potenzialmente fatali. È la scoperta di ricercatori dell’Università Cattolica di Roma, condotti da Francesco Franceschi, presentata al XXVIIth International Workshop su Helicobacter. Gli esperti hanno anche scoperto che la tossina di Helicobacter cag-A scatena la produzione di anticorpi che danno luogo a una reazione incrociata, si legano cioè alle placche di arterosclerosi, che rompendosi causano l’infarto. Lo STEMI è la forma più grave di infarto: è determinata dall’occlusione completa delle arterie che ossigenano il cuore, le coronarie. La causa principale è la rottura di placca aterosclerotica. Già in precedenza lavori avevano riconosciuto un aumento del rischio di infarto in concomitanza dell’infezione da Helicobacter pylori, un aumento anche doppio. Nel nuovo studio gli esperti hanno considerato l’infarto STEMI e poi più in generale un parametro di rischio molto importante in cardiologia, il cosiddetto tasso di eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE). «Considerando 181 pazienti reduci da STEMI e 50 individui di controllo sani, abbiamo calcolato – afferma Franceschi – che la presenza di Helicobacter che produce la tossina cag-A è di circa 4 volte maggiore nei pazienti con questo infarto». Il rischio sale al crescere della concentrazione degli anticorpi anti-tossina nel paziente. In un altro studio, continua Franceschi, «abbiamo inoltre ipotizzato un meccanismo che lega Helicobacter al rischio cardiovascolare: gli anticorpi anti-tossina sono reattivi contro le placche di arterosclerosi». Si pensa che questa reazione inneschi la rottura delle placche e quindi l’occlusione dei vasi che porta all’infarto.

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