La sua ragazza morì per overdose, in appello condannato il fidanzato | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La sua ragazza morì per overdose, in appello condannato il fidanzato

Anche per i giudici d’appello, Igor De Petris, romano di 30anni, nell’agosto 2011 iniettò eroina alla fidanzata, mandandola in overdose e portandola alla morte. Il giovane è stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione per l’accusa di omicidio preterintenzionale. La sentenza è stata emessa dalla I Corte d’assise d’appello di Roma, i cui giudici, nel concedere le attenuanti generiche, hanno ridotto nei confronti del giovane la condanna a 7 anni di reclusione disposta dal gup Balestrieri nell’ottobre dello scorso anno a conclusione del processo col rito abbreviato. Era il 14 agosto 2011, quando, nella tarda serata, Martha Barberini, 20enne di origini milanesi, fu portata all’Ospedale Pertini in ambulanza; lì fu accertato il suo decesso per overdose. Poco dopo si presentò il fidanzato, Igor De Petris, a chiedere notizie. Anche lui era stato inizialmente soccorso per abuso di droga, ma si era ripreso. Si seppe che i due giovani vivevano in un camper con un’altra coppia di amici, e che quella sera di erano allontanati da «casa», erano andati nella zona del Pigneto per comprare la droga, se l’erano iniettata e avevano avuto un malore da overdose. Inizialmente, il decesso di Martha fu classificato come morte da overdose da autoiniezione. Poi, fu valutato che la giovane, non essendo mancina, non avrebbe potuto iniettarsi da sola la droga nel braccio destro; anche per questo il convincimento degli investigatori fu che era stato De Petris a iniettare la droga alla ragazza. Dopo il fatto, il giovane fece perdere le proprie tracce, allontanandosi dall’Italia; fu arrestato in Francia dopo l’emissione di un mandato di arresto europeo. Sottoposto a processo, De Petris fu condannato a 7 anni di carcere per omicidio preterintenzionale; sentenza adesso ridotta in appello a 4 anni e mezzo con la concessione di quelle attenuanti generiche che gli erano state negate in primo grado.

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