Eterologa, al Gemelli bandita la fecondazione: era uno dei 21 centri del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Eterologa, al Gemelli bandita la fecondazione: era uno dei 21 centri del Lazio

gemelli1Niente fecondazione eterologa al Policlinico Gemelli di Roma. La struttura, legata all’Università Cattolica del Sacro Cuore, che pure fa parte dell’elenco dei 21 centri di procreazione medicalmente assistita del Lazio che hanno tutte le carte in regola, offrirà ai suoi pazienti solo la fecondazione omologa intrauterina. No dunque anche alla fecondazione in vitro. Ieri la giunta regionale del Lazio presieduta da Nicola Zingaretti aveva approvato le linee guida sulla fecondazione eterologa, facendo riferimento a diversi centri, tra cui appunto il Gemelli, per cui »le procedure di autorizzazione sono ormai definite«. Ma il Gemelli oggi ha voluto ribadire che la richiesta alla Regione era stata inoltrata per essere autorizzati come »centro di Pma di primo livello per l’inseminazione artificiale intrauterina omologa«. Le motivazioni della struttura, che al momento nel Lazio sembrerebbe essere l’unica a operare questo distinguo, le ha spiegate il direttore dell’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica Antonio Spagnolo: »La fecondazione eterologa – ha affermato – a causa dell’anonimato va contro il diritto del nascituro a conoscere i propri genitori biologici. E dalla prospettiva della coppia la genitorialità risulta frammentata« perchè »il bambino non nasce come frutto dell’amore tra due persone ma perchè un gruppo di medici riceve dei gameti e li mette insieme«. Al Gemelli si praticherà invece l’omologa intrauterina perchè è una tecnica nella quale i medici »offrono un aiuto a quello che comunque è stato un atto personale, ma che non riesce ad arrivare a compimento a causa di una patologia«. La fecondazione in vitro (Fivet) è esclusa invece perchè è una pratica che determina la morte di altri embrioni. Per la fecondazione eterologa, in ogni caso, ci si potrà rivolgere agli altri 20 centri, di cui altri sei fanno riferimento al pubblico: si tratta, a Roma, di San Camillo, San Filippo Neri, Pertini, Sant’Anna e Umberto I, a cui va aggiunto il Santa Maria Goretti di Latina. La Regione Lazio, nel mettere in pratica le linee guida sulla fecondazione eterologa, ha adottato il cosiddetto ‘modello Toscanà, cioè il pagamento di un ticket. A quanto però ammonterà la compartecipazione è però tutto da definire. Le Regioni, infatti, stanno cercando di trovare una soluzione condivisa per evitare pendolarismi e caos tariffari tra territorio e territorio, con estremi come l’Emilia-Romagna, pronta a offrire la terapia gratuitamente, e la Lombardia che invece la propone completamente a carico dei pazienti. Nel Lazio, che è sotto commissariamento della sanità, attualmente il ticket per la fecondazione omologa è attorno ai 1.800 euro.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login