Prostituzione, all'Eur la prima zona tutta dedicata al sesso a pagamento | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Prostituzione, all’Eur la prima zona tutta dedicata al sesso a pagamento

prostitute_minorenni_rumene“Non ce la faccio più. Sono stanco dell’inerzia delle istituzioni che non riescono a fare qualcosa sul fenomeno della prostituzione, del degrado che sta aumentando a dismisura in alcune zone del mio municipio, dell’insicurezza e della situazione che vivono queste ragazze”. Con queste parole Andrea Santoro, presidente del IX municipio, rompe gli indugi e si lancia in una avventura tollerare il fenomeno della prostituzione in alcune zone della città.

Dopo mesi di parole a vuoto del primo cittadino Marino, si fa sul serio. Lo schema su cui sta lavorando da alcune settimane il minisindaco, intervistato dall’agenzia Dire, è quello di attuare il cosiddetto ‘zoning’, cioè “individuare una o più aree nel territorio dove tollerare il fenomeno della prostituzione, attivando contemporaneamente delle unità di strada per fornire a queste ragazze, come anche ai trans, un sostegno, soprattutto per recuperare le vittime di tratta: nel IX municipio parliamo principalmente di ragazze romene e nigeriane”. Ma il progetto prevede anche “tolleranza zero in tutte le altre aree. Lì non sarà più consentito ciò che avviene adesso, non si dovrà più chiudere un occhio, se non addirittura tutti e due, perchè stiamo assistendo a fenomeni di vero e proprio degrado urbano”.

Come ad esempio in viale Tupini: “Mi arrivano continuamente foto e segnalazioni di prestazioni sessuali consumate a tutte le ore, addirittura in pieno giorno e fin dentro i portoni dei palazzi o i giardini degli edifici. L’istituzione che presiedo non può più tollerare una cosa di questo tipo. Questo fenomeno non va affrontato ideologicamente ma praticamente e non essendoci una normativa nazionale sulla prostituzione, credo che questo sia l’unico intervento vero che un presidente di municipio possa porre in atto”.

Nessuna ‘casa chiusa’ però, ma “zone all’aperto”. “La prima strada non è praticabile perché entrerei in una normativa dove non ho competenza, visto che si tratterebbe di funzioni e di un approccio fiscale che non spettano al municipio e così il problema continua a restare irrisolto. L’unica possibilità concreta che ho è quella di trovare delle zone, come già succede a venezia, per citare un esempio italiano”.

L’area o le aree in questione (“perchè possono anche essere più di una”) ancora non sono state individuate ma dovranno avere una prerogativa: “la zona in questione dovrà essere raggiungibile, si deve potere tenere sotto controllo, e non deve essere periferica perchè il fenomeno non va nascosto, altrimenti si aumenta solo la tratta di queste ragazze. Invece deve essere consentito alle unità di strada di riuscire a dialogare con loro, magari anche solo per consigliarle di fare una visita medica o di sottolineare l’importanza di usare il preservativo, visto che si sta alimentando il business delle prestazioni sessuali non protette, su richiesta dei clienti che sono disposti a pagare di più”.

Insomma, una tolleranza strettamente sorvegliata, in primis dagli operatori sociali: “L’ordinanza di Gianni Alemanno contro la prostituzione puniva i clienti e spostava le prostitute alle fermate degli autobus ma tutto l’aspetto del sostegno alla persona era completamente scomparso. Invece il municipio su questo vuole investire. Esiste un progetto di roma capitale denominato ‘Roxanne’, che è stato ridotto dal punto di vista dei fondi, e sto cercando di vedere se posso attivare qualche finanziamento municipale per implementarlo”.

Tornando al tema delle aree che potranno essere interessate dallo ‘zoning’, di sicuro “non potranno essere oggetto di questo progetto le zone che attualmente vedono manifestarsi nel municipio il fenomeno della prostituzione. Quanto all’individuazione, va fatto un lavoro insieme alla polizia locale, le forze dell’ordine, i servizi sociali, il sistema delle associazioni e cooperative che si occupano di questa unità di strada”.

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