La Sapienza, via alle lezione sotto le tensostrutture del 2012 | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La Sapienza, via alle lezione sotto le tensostrutture del 2012

Si chiamano T1 e T2 e la lettera sta per tensostrutture. Di fatto due prefabbricati costruiti nel 2012 con parquet come pavimento e teli impermeabilizzati come tetto. Dentro 1000 sedie in tutto, cattedre, lavagne e climatizzatori. Fuori, quel che resta dello storico pratone della Sapienza di Roma. È qui che lunedì riprenderanno le lezioni gli studenti di giurisprudenza dell’ateneo più antico d’Europa. Costate oltre 200mila euro, T1 e T2 dovevano ‘durarè due anni. «Saranno usate fino a quando non saranno agibili le aule di giurisprudenza, preventivamente si pensa a un paio di anni», aveva detto all’epoca il rettore Luigi Frati. Le due ‘creaturè spuntarono a fine estate sul prato, alle spalle del rettorato, come rimedio alla cronica mancanza di aule nella facoltà da sempre ‘ostaggiò di ristrutturazioni (avviate nel 1992) e forte di 1375 matricole (dati 2013). Inutili le proteste degli studenti al grido ‘Giù le mani dal pratonè rilanciato su Facebook. Le aule sono e restano lì. Ormai a fine mandato, il rettore uscente chiarisce con una nota che i lavori strutturali per la messa in sicurezza della facoltà sono finiti e si passa a quelli interni per ricavare aule e laboratori. Ma nessuna indicazione sui tempi. Quindi per il terzo anno accademico consecutivo alla Facoltà di Legge della Sapienza si studia sotto i tendoni. Si parte lunedì con i corsi del primo anno come istituzioni di diritto romano, professore Oliviero Diliberto. E resta la convivenza con i disagi. «Stare qui non è come stare in un’aula vera – racconta Alessia, studentessa del collettivo Ateneinrivolta – il primo problema è la pioggia. Il rumore copre le voci dei professori nonostante il microfono, e quando la pioggia è battente bisogna interrompere la lezione. Poi c’è l’effetto serra che si crea nelle giornate assolate o se i condizionatori non funzionano oppure il parquet che si gonfia per l’umidità». Per Federica, altra studentessa del coordinamento Link, scontenti sono anche alcuni docenti: «Più di una volta hanno interrotto le lezioni, in fondo qui è come stare sotto le lamiere». In realtà fare lezione nelle tensostrutture significa restare nel perimetro della Sapienza, non dover rincorrere corsi in giro per la città e avere a disposizione due aule tra le più capienti della facoltà. «Ma così ci tocca accettare tutto e senza sapere fino a quando – si lamenta Alessia – Ed è ancora peggio per le matricole. Loro pensano che la Sapienza sia questa e che va bene così». Chissà se farà un pò di chiarezza il successore di Frati, il migliore tra i sei candidati che si sfideranno dal 23 settembre.

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