Idi, gruppo di preghiera scrive a Santa sede: "Liberateci da incertezza" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Idi, il gruppo di preghiera scrive alla Santa sede: “Liberateci da incertezza”

«Prendendo spunto dal volantino pubblicato e dalla visita in San Pietro del 10 aprile 2013 a oggi ci chiediamo se il sacrificio chiesto a noi dipendenti, ricordiamo ‘sette mesi di stipendi arretrati, paga base, distorsioni imposte dal sistemà, sia valso a far sì che le nostre strutture mantengano lo status giuridico di ospedali religiosi». Così in una nota il Gruppo di Preghiera Idi-San Carlo-Villa Paola. «Nonostante la stabilità e la serenità raggiunta, oggi stiamo vivendo le stesse incertezze di un tempo – aggiungono – siamo avvolti da una miriade di dubbi che alla fine non ci fanno vivere sereni, anzi siamo tutti abbastanza stressati dal chi e dal cosa verrà o avverrà e in inoltre ad oggi siamo in attesa dello stipendio di Agosto. Noi dipendenti siamo certi che il lavoro fin qui svolto è stato motivato dal senso di appartenenza e dalla voglia di ritornare il prima possibile ad erogare quella eccellenza che il tempo ci ha sempre riconosciuto nella cura del prossimo. L’impegno di ognuno di noi, di ogni dipendente, deve essere ricambiato con un impegno certo nello sciogliere due nodi cruciali in tempi molto rapidi: i Commissari e il Mise, sulla procedura di concordato, devono sciogliere la riserva perchè il sistema potrebbe non reggere oltre e chi ne pagherebbe le conseguenze sarebbero le oltre 2000 famiglie e l’indotto». Il Gruppo di Preghiera sottolinea che «sentendoci già parte di una sanità cattolica di eccellenza che non deve morire per continuare a essere testimonianza di un vangelo vivo e riprendendo le parole di Papa Francesco, »non vi lasciate rubare la speranza di poter proseguire nella vostra opera, non siate tristi e state certi che la provvidenza non può abbandonare un’opera nata dall’amore per il prossimo e per servire il fratello malato sofferente«, ci auguriamo che la Santa Sede faccia sue queste strutture salvaguardando così non solo i posti di lavoro tutti ma soprattutto la missione ed il carisma che ci contraddistingue nel panorama sanitario nazionale come sanità cattolica, dove l’umanizzazione del paziente rappresenta motore fondamentale dell’intero processo di cura».

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