Acea, a rischio 400 lavoratori del contact center. L’assemblea capitolina chiede lo stop del bando
Sospendere il bando di gara al massimo ribasso che presuppone la delocalizzazione all’estero per il servizio di contact center di Acea. Per non compromettere la qualità del servizio offerto ai romani e salvaguardare 400 posti di lavoro, 400 persone che da otto anni vivono con quell’occupazione. E che giovedì pomeriggio saranno in sit-in a piazza Santi Apostoli per denunciare quanto sta accadendo. È stata l’assemblea capitolina a chiedere direttamente al sindaco Marino e alla sua giunta, con una mozione approvata all’unanimità e presentata da Gemma Azuni (Sel), a sollecitare un intervento
“Non si possono buttare così otto anni di esperienza, si tratta di operatori qualificati rispetto alle materie trattate e ai problemi degli utenti Acea, come per esempio la questione delle bollette pazze”, ha spiegato Azuni, che fa appello “al sindaco e all’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Masini, affinchè intervengano per il ritiro immediato del bando, prevedendone uno nuovo, sempre europeo, ma con una clausola sociale e che non preveda la delocalizzazione del servizio in un altro paese dell’Ue”.
Il bando, in scadenza il 30 settembre, è stato indetto il 19 dicembre 2013 dal precedente management di Acea. La mozione approvata dall’Aula chiede all’amministrazione di “mettere in atto ogni utile iniziativa affinchè Roma Capitale verifichi che il bando per servizio di contact center (centralino e gestione in overflow) con cui l’azienda intende esternalizzare i servizi di Acea Energia spa, mercato, tutelato-libero, centralino acea e outband,assicuri l’erogazione di servizi con adeguati livelli qualitativi per una stazione appaltante a maggioranza pubblica come Acea”.
Anche per “avviare ogni utile iniziativa affinchè si valuti la possibilità di sospendere l’attuale bando di gara, in scadenza il 30 settembre, fermo restando l’utilizzo di procedure a evidenza pubblica in conformità alla normativa di settore per rivedere gli attuali criteri di aggiudicazione, basati unicamente sul prezzo più basso, per non compromettere la qualità finale del servizio offerto ed evitare un problema occupazionale sul territorio di Roma, considerando che per i circa 400 lavoratori della società E-care spa della sede di Torre Spaccata, che hanno gestito il servizio negli ultimi 8 anni, non sarebbe garantita in quanto non inserita nel bando alcuna clausola sociale che ne consenta la ricollocazione nella società subentrante”.
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