Il cimitero è negato, per i gappisti Capponi e Bentivegna la culla si chiama Tevere | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il cimitero è negato, per i gappisti Capponi e Bentivegna la culla si chiama Tevere

bentivegnaNegata la sepoltura nel cimitero Acattolico, da ieri Carla Capponi e Rosario Bentivegna riposano cullati dalle acque del Tevere. Le ceneri dei due gappisti protagonisti dell’attentato di via Rasella del 1944 contro l’esercito tedesco sono state disperse nel biondo fiume di Roma, al termine di una travagliata vicenda definita dall’Anpi una «macchia nera nella democrazia». Ha parlato di «scelta dolorosa», invece, il sindaco Ignazio Marino ricordando che la volontà dei due compagni, nella lotta partigiana e nella vita, era quella di essere seppelliti nel Cimitero Acattolico di Testaccio, a due passi da Porta San Paolo, luogo simbolo della Resistenza romana. Un desiderio rimasto tale, dopo il mancato via libera da parte dello stesso cimitero, nonostante gli interventi di Regione e Campidoglio. Lo scorso giugno, alla vigilia del 70/mo anniversario della Liberazione, la figlia Elena lanciò un appello allo Stato chiedendo di intervenire, così come era stato fatto per la sepoltura dell’ex ufficiale delle SS Erich Priebke. A muoversi fu anche il museo di via Tasso, dicendosi disponibile ad ospitare le ceneri dei due gappisti. «Abbiamo messo in campo ogni tentativo possibile» per far sì che Capponi e Bentivegna venissero sepolti nel Cimitero Acattolico – spiega Marino – «una circostanza che ci rammarica molto. Ad ogni modo, Elena ha deciso di rispettare la volontà dei propri genitori. Ricorderemo questi due grandi combattenti che hanno contribuito a liberare Roma e l’Italia dal nazifascismo. Forse non avremo un posto dove poter portare un fiore, ma a Carla Capponi e Rosario Bentivegna sarà riservato sempre un posto d’onore nella memoria di questa città». «Lunedì 22 settembre 2014 – scrive l’Anpi di Roma – entra di diritto nella storia della Resistenza romana, al pari delle date storiche della lotta al nazifascismo, non di certo per un’azione dei Gap ma, purtroppo, come ‘giorno dell’abbandonò riferito ai due partigiani pluridecorati, che a Roma e per Roma hanno combattuto duramente contro i tedeschi partecipando a molte azioni significative». Carla Capponi e Rosario Bentivegna furono tra gli ideatori e autori dell’attentato di via Rasella, nel cuore di Roma, dove morirono 33 militari nazisti. In seguito, l’esercito tedesco diede vita ad una rappresaglia che portò all’eccidio delle Fosse Ardeatine, con l’uccisione di 335 tra civili e militari italiani.

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