Città metropolitana, scontro tra Pd Roma e Lazio. Continua il braccio di ferro sul vicesindaco | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Città metropolitana, scontro tra Pd Roma e Lazio. Continua il braccio di ferro sul vicesindaco

Una riunione della direzione regionale «confusa» sul ruolo delle donne in lista per il segretario Pd romano Lionello Cosentino. «Difficoltà sì, ma a causa della mancata sintesi delle federazioni» la replica del segretario e del presidente dei democrat laziali Fabio Melilli e Lorenza Bonaccorsi. E il nodo del vicesindaco della futura Città metropolitana ancora da chiarire (sarà ‘romanò o ‘provincialè?) sullo sfondo di un partito del Lazio alla ricerca di una nuova sintesi dopo l’azzeramento della segreteria. Il caso-liste dell’Assemblea metropolitana continua a infiammare il dibattito interno al Pd, e la temperatura si è alzata alla prima occasione utile, la direzione romana del Pd. Cosentino non la manda a dire: «Siamo partiti malissimo – esordisce – Le liste sono state fatte aggirando in una confusa riunione i principi sul ruolo delle donne». A stretto giro arriva la replica in una nota congiunta di Melilli e Bonaccorsi, «stupiti», scrivono, perchè «scambiare una discussione aperta con confusione non ci sembra un omaggio alla democrazia». Melilli e Bonaccorsi, dal canto loro, hanno il loro da fare. La presidente del partito è entrata da poco in segreteria nazionale, mentre Melilli è al lavoro – lo conferma lo stesso Cosentino – per «proporre una nuova segreteria e poi convocare l’assemblea». Per il segretario del Pd Roma comunque il collega laziale, nonostante tutto, può trovare una maggioranza e non cadere, come pure si mormora nel partito, nella trappola della sfiducia che, in assenza di una figura alternativa, porterebbe dritta al commissariamento. «Sostituire Melilli? Sarebbe un errore» taglia corto il segretario del Pd Roma. Ma in direzione romana è emerso un altro tema di scontro: lo ha sollevato il vicesegretario regionale uscente Claudio Mancini, che ha chiesto che la direzione si potesse esprimere sulla relazione di Cosentino sulla Città metropolitana (che Cosentino stesso non ha messo al voto), spiegando «di volersi distinguere, votando astensione». Una mossa, secondo alcuni delegati, tesa a esplicitare la partita in corso sulla figura del futuro vicesindaco del nuovo ente. Mancini vedrebbe bene il romano Gianni Paris mentre dalla relazione di Cosentino sembra emergere una posizione non contraria a un vicesindaco ‘provincialè. Alla fine si trova la quadra votando un emendamento «di autocritica», ma la partita rimane aperta. Infine, la futura assemblea programmatica del Pd Roma, in vista della quale Cosentino torna a pungolare il sindaco Ignazio Marino: «Il clima è più disteso» ma «dobbiamo guardare veramente cosa succede in città e dire la verità, al di là dell’ottimismo di facciata» perchè «c’è una emergenza sociale che non trova orecchie». E poi: «Perchè Marino convoca i consiglieri municipali Pd senza informare il partito? Questo fa parte della confusione in cui ci troviamo».

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