Cinema, girare a Roma costa troppo: così il settore perde l'80% degli incassi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Cinema, girare a Roma costa troppo: così il settore perde l’80% degli incassi

Dai diritti d’immagine alla concessione permessi Ztl ai “campi base” troppo distanti dai set cinematografici, alla rimodulazione della tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Queste alcune delle criticitàdel settore delle produzioni cinematografiche evidenziate oggi in commissione comunale Cultura da Anica (Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive) in occasione dell’analisi della delibera sulla rimodulazione del canone di occupazione degli spazi e delle aree pubbliche per le riprese cinematografiche e fotografiche.

Per i rappresentanti dell’associazione in audizione – Giulio Mezzanotte, Ranieri De Cinque, Roberto Stiffi – c’è un problema di concorrenza e competitività tra la città di Roma e le produzioni nelle altre regioni italiane e straniere. “Noi su Roma e Lazio negli ultimi anni abbiamo perso l’80% del lavoro – hanno spiegato – Non conviene girare a Roma neanche film ambientati nella città. Costa meno girarli a Trento, così come è stato fatto, e poi inserire effetti speciali con un risultato ovviamente mai equivalente a quello originale ma lo si è fatto per un risparmio. Quindi anche film dove la localizzazione è importante è convenuto non girarli nella città e questo deve far riflettere. Un risparmio nell’ordine delle decine di migliaia di euro”.

Immediata la replica di Michela Di Biase, presidente della commissione Cultura del Campidoglio. “Istituiremo un tavolo per analizzare in maniera ampia il tema della situazione delle produzioni cinematografiche nella città di Roma e verificheremo le problematiche evidenziateci oggi dall’associazione”- ha precisato Di Biase.

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