Banda della Magliana, sequestrati un appartamento e una società al boss Diotallevi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Banda della Magliana, sequestrati un appartamento e una società al boss Diotallevi

Il valore dell'operazione, eseguita dai finanzieri, si aggira sui 250 mila euro

Ennesimo sequestro di beni per Ernesto Diotallevi, ritenuto dagli inquirenti uno dei capi storici della Banda della Magliana. Questa volta i finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato a Porto Rotondo il 100% del capitale sociale e le relative quote societarie della «Immobiliare del Molo Srl, una società di »mediazione immobiliare«, più un appartamento nel complesso »Villaggio Porto Rotondo« per un valore complessivo di circa 255 mila euro. La casa, di circa 80 metri quadri, risulta essere disabitata da due anni. Mentre l’ufficio della società immobiliare, un locale sempre sul porto, è chiuso da un anno. Diotallevi, 70 anni, boss del gruppo criminale che in passato controllava la quasi totalità della malavita a Roma e nel Lazio, iniziò scaricando cassette di pesce ai mercati generali ma ora ha un lunghissimo curriculum giudiziario, con un ‘salto di qualita», secondo gli investigatori, che gli avrebbe fatto conquistare il consenso anche di vari boss della mafia siciliana. È stato anche coinvolto – ma poi prosciolto – nell’inchiesta sulla morte del banchiere Roberto Calvi, ma soprattutto ha accumulato in pochi anni un enorme patrimonio immobiliare. All’ex boss della Banda della Magliana nel novembre del 2013 furono sequestrati beni per 25 milioni di euro, tra cui un’abitazione di lusso in piazza Fontana di Trevi, composta da 14 vani e con dentro una sorta di museo con quadri di Giacomo Balla, Mario Schifano e Sante Monachesi, dipinti di scuola romana, campana e francese dell’800 e del ‘900, e poi mobili di antiquariato, tavoli intarsiati e specchiere per un valore, per gli investigatori, di un milione di euro. Contemporaneamente furono sequestrati anche un complesso turistico in Sardegna, sette società attive nel settore della compravendita di immobili, della costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive, del commercio di energia elettrica, dei trasporti marittimi, una villa in Corsica e auto di lusso. In precedenza, nell’aprile del 2013, a Diotallevi e alla sua famiglia erano già stati sequestrati beni per 10 milioni di euro. L’ultimo provvedimento è stato eseguito sulla base di un decreto di sequestro di prevenzione, emesso dal Presidente del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia.

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