Piazzaiolo o cameriere, l'importante è il lavoro: boom di iscrizioni al Faro e sito in tilt | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Piazzaiolo o cameriere, l’importante è il lavoro: boom di iscrizioni al Faro e sito in tilt

Un record di domande. Per la precisione 529 iscrizione in 9 minuti. E il sito web dedicato in tilt. Sono quelle che riguardano i lavori, per chi è in cerca di un’occupazione. C’è chi vuole fare il pizzaiolo e chi il cameriere: alla fondazione “Il faro” di Susanna Agnelli non sono mai arrivate così tante richieste per i corsi di formazione. Tutte da parte di giovani intenzionati a imparare un mestiere in due mesi e in modo gratuito , grazie a cui potranno entrare nel mondo del lavoro.
Il boom di domande riguarda il Lazio e in particolare Roma, dove”Il Faro” è una delle poche realtà no profit a offrire corsi di formazione professionale per i partecipanti, giovani italiani e stranieri, provenienti da condizioni di disagio socio-economico. E sono proprio le richieste dei nostri connazionali a crescere, con una quota di 6 candidati italiani su 10.
“I giovani hanno voglia di lavorare- spiega all’agenzia Dire Gianni Del Bufalo, dal 2007 direttore generale della fondazione- il boom di questi giorni ce lo conferma ancora una volta. Numeri che fanno riflettere, specie se si pensa che i posti che possiamo offrire per i quattro corsi di questa nuova sessione didattica, in partenza a ottobre, sono appena 56”.
Imparare un mestiere in due mesi. La procedura è semplice: “Al Faro si impara un mestiere e poi si lavora: l’80 per cento dei giovani che seguono i nostri corsi trova un impiego nei primi mesi successivi alla conclusione della formazione. I nostri allievi- racconta Del Bufalo- sono ragazzi italiani e stranieri tra i 16 e i 30 anni, tutti provenienti da condizioni di disagio socio-economico. Molti sono rifugiati o provengono dal circuito della giustizia minorile, con alle spalle storie durissime”. I corsi del “Faro” formano figure professionali che fino a oggi interessavano più gli stranieri, ad esempio pizzaiolo o aiuto cuoco. “Gli scenari disegnati dalla crisi hanno di certo contribuito a dissolvere molte delle aspettative infondate in cui la società italiana si è cullata per decenni- spiega Del Bufalo- All’attesa rivendicativa di un diritto è subentrata la voglia di farcela con le proprie forze, di trovare la strada giusta”. L’esempio lampante, così lo definisce Del Bufalo, “ce lo offre il nostro corso per pizzaiolo e panificatore. Qui abbiamo i tassi di inserimento lavorativo più elevati. E questo è uno dei corsi per i quali, nell’ultima tornata di iscrizioni, abbiamo assistito al sorpasso nelle richieste degli italiani sugli stranieri. I candidati italiani sono stati circa il 60 per cento del totale, laddove il 70 per cento degli allievi. Anche i ragazzi italiani hanno capito che un mestiere concreto spesso offre più garanzie di successo rispetto a un percorso formativo astratto, senza nessuno sbocco reale nel mercato del lavoro”.

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