Ospedale Israelitico, perquisizioni in Regione. L'accusa: "Truffa al sistema sanitario" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ospedale Israelitico, perquisizioni in Regione. L’accusa: “Truffa al sistema sanitario”

Operazione dei carabinieri su richiesta della Procura di Roma. Indagato anche il dg Mastrapasqua

Il sospetto di chi indaga è che esistesse una vero e proprio sistema per truffare il Servizio sanitario nazionale. L’ospedale Israelitico di Roma trasformato in una sorta di centrale di produzione di false attestazioni per gonfiare le richieste di rimborso alla Regione Lazio. L’indagine avviata a gennaio e che ha riguardato illeciti nell’attività del settore odontoiatrico si allarga anche al reparto di ortopedia e le prestazioni di assistenza domiciliare integrata e di assistenza domiciliare oncologica. Secondo i dati forniti dalla Regione si aggirerebbe intorno ai 17 milioni di euro la cifra dei rimborsi «non congrui». Il nuovo filone ha portato oggi i carabinieri del Nas a perquisire la sede dell’ospedale Israelitico e a chiedere ulteriore documentazione alla Regione Lazio ed alle Asl coinvolte. I pm hanno proceduto all’iscrizione nel registro degli indagati, per i reati di truffa aggravata e falso una decina di persone. Tra loro i massimi dirigenti del nosocomio, tra cui il direttore generale Antonio Mastrapasqua, ex presidente dell’Inps e già indagato nella prima tranche di inchiesta a gennaio, il direttore sanitario Luigi Antonio Spinelli e il vice direttore amministrativo Tiziana D’Agostino. I fatti oggetto dell’indagine coprono un periodo che va dal 2009 al 2014. Lo sviluppo dell’attività investigativa è nato dopo una serie di ispezioni disposte dalla Regione Lazio e dagli uffici delle Asl Rm A e D. «Nel 2014 – spiega in una nota la Regione – l’attuale amministrazione in autotutela ha ricalcolato l’entità delle prestazioni erogate dal 2006 al 2009 e risultate dalle verifiche non congrue per 17 milioni di euro». L’attuale amministrazione ha inoltre bloccato i decreti che consentivano la liquidazione delle prestazioni bloccando di fatto i pagamenti. I due decreti furono ratificati dall’amministrazione Polverini nel 2011 e nel 2012 «e consentivano la liquidazione, al momento bloccata, delle prestazioni erogate». Nel decreto di perquisizione i magistrati parlano di una truffa pari «a milioni di euro per centinaia di trattamenti sanitari analoghi». Secondo i pm Corrado Fasanelli e Maria Cristina Palaia gli indagati «avrebbero attestato falsamente nella documentazione trasmessa agli uffici della Regione Lazio competenti al pagamento delle prestazioni sanitarie in convenzione con il Ssn interventi sanitari». Per l’attività di ortopedia, quasi tutti interventi per l’alluce valgo, sono «stati inseriti a rimborso come prestazioni di ricovero anzichè in regime di day hospital o day surgery remunerato con 4629 euro anzichè con 2759 euro e altresì interventi sanitari che avevano riguardato biopsie trans perineali erano stati inseriti a rimborso come prestazioni di ricovero e remunerati rispettivamente 1459 euro e 1331 euro invece di 238 euro e 151». I presunti autori del raggiro, secondo quanto accertato, venivano avvertiti in anticipo delle perquisizioni. Per questo arrivavano a modificare «lo stato dei luoghi, la destinazione degli ambienti dell’ospedale e delle attività sanitarie svolte» in modo da «indurre in errore» gli ispettori della Regione. Nel decreto viene citato anche un’altro episodio relativo ad una ispezione della Regione «finalizzata al controllo delle prestazioni di assistenza domiciliare integrata (Adi) e di assistenza domiciliare oncologica (Ado)».

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