Città metropolitana, ecco il consiglio formato dai politici autoeletti. Il Pd fagocita l'assise, Coratti record preferenze | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Città metropolitana, ecco il consiglio degli autoeletti. Il Pd fagocita l’assise, Coratti record preferenze

È l'area Noidem a farla da padrone: sono 4 gli eletti sui 14 complessivi per i democratici

– Nel dettaglio dei singoli partiti, questi gli eletti del primo consiglio della Città metropolitana: Per il Pd: Mirko Coratti, Svetlana Celli, Mauro Alessandri, Michela Califano, Marco Palumbo, Gianni Paris, Pierpaolo Pedetti, Orlando Corsetti, Danilo Sordi, Pasquale Boccia, Massimiliano Borelli, Dario Nanni, Antonio Stampete, Federico Ascani. Per Forza Italia: Andrea Volpi, Massimiliano Giordani, Ignazio Cozzoli, Carlo Eufemi. Per il Movimento 5 stelle: Emanuele Dessì e Enrico Stefano. Per Ncd: Alessandro Priori e Marco Pomarici Per Fdi: Marco Silvestroni Per Sel: Gemma Azuni .

Con 5.888 punti totalizzati attraverso il conteggio ponderato, Mirko Coratti è il consigliere più votato del Pd alla Città metropolitana. Tra i consiglieri comunali di Rona, Coratti ha totalizzato 5 preferenze (che valgono 9 punti ciascuna). Le restanti preferenze sono state raccolte negli altri comuni.

«La prova provata che si tratta di una rappresentanza fasulla viene dai dati; per la città metropolitana, il Pd ottiene 14 consiglieri su 24, circa il 60 per cento. Alle europee, col voto popolare, in provincia di Roma prese il 40». Lo scrive in una nota il leader de La Destra, Francesco Storace.

– Nella lista di eletti all’Assemblea capitolina che ieri si sono recati a votare per il consiglio della Città metropolitana ci sono due assenti: i consiglieri comunali della Lista civica Marchini: Alfio Marchini e Alessandro Onorato, gli unici due eletti del Campidoglio che hanno deciso di non esprimere il proprio voto. A quanto si apprende dall’enturage, i due consiglieri si sono astenuti per diverse ragioni. In primo luogo, la Lista Marchini non aveva espresso propri candidati diretti al consiglio della Città metropolitana, quindi, voleva eviatare pressioni da parte di altri gruppi politici che avrebbero potuto chiedere l’appoggio alle proprie liste. In secondo luogo, nei giorni scorsi Marchini aveva polemizzato sia contro il sistema elettorale e il voto diretto, sia contro un dibattito politico che a suo avviso era risultato povero di contenuti. Complessivamente, dunque,degli elettori di Roma capitale, sindaco più 48 consiglieri comunali, si sono presentati alle urne in in 47 su 49.

È l’area Noidem a farla da padrone nel Pd in questa elezione del Consiglio della Città metropolitana di Roma. Sono 4 sui 14 complessivi, infatti gli eletti del Pd che fanno riferimento all’area guidata dal parlamentare europeo Enrico Gasbarra: Mirko Coratti, il più votato in assoluto; i consiglieri comunali di Roma Pierpaolo Pedetti e Orlando Corsetti; il sindaco di Rocca di Papa Pasquale Boccia. Due eletti li porta in consiglio l’ex Area dem, i cosiddetti franceschiniani, che hanno eletto Michela Califano, presidente del consiglio comunale di Fiumicino sostenuta dal senatore Bruno Astorre e dalla parlamentare Marietta Tidei, e Danilo Sordi, assessore di Gallicano nel Lazio, sostenuto da AStorre e dal presidente del consiglio regionale Daniele Leodori. Tra gli altri eletti, Svetlana Celli, consigliere comunale di Roma della Lista civica Marino, è sostenuta dal consigliere regionale Gianluca Quadrana. Il sindaco di Monterotondo Mauro Alessandri («candidato» vicesindaco dai territori della provincia) è stato sostenuto da un accordo tra il consigliere regionale capogruppo Pd Marco Vincenzi e il senatore Carlo Lucherini. Lo «zingarettiano» Marco Palumbo è stato sostenuto da consiglieri comunali e regionali tra i quali Francesco D’Ausilio e Massimiliano Valeriani. Giovanni Paris, indicato da tempo come l’uomo di fiducia di Marino da nominare come vice nella Città metropolitana, fa riferimento all’area dei giovani turchi di Matteo Orfini. Dario Nanni è stato sostenuto da Angelo Rughetti, renziano sottosegretario alla Funzione pubblica. Poi ancora: Nicola Stampete, che fa riferimento al deputato Marco Di Stefano; Massimiliano Borelli, presidente del Consiglio comunale di Albano Laziale sostenuto dal consigliere regionale Simone Lupi e dal deputato Renzo Carella; Federico Ascani, consigliere comunale di Ladispoli sostenuto dal consigliere regionale Eugenio Patanè.

Ventisette voti al Pd, 5 a Forza Italia, altrettanti 5 al M5s. Poi con 4 voti a testa Ncd e Sel, infine due a FdI. È il risultato dello spoglio delle schede dei consiglieri dell’Assemblea Capitolina per il Consiglio metropolitano di Roma, a quanto emerge dai dati raccolti durante lo scrutinio palese dai rappresentanti di lista. Primo per preferenze in assoluto su Roma città risulta Mirko Coratti, con 5 voti. Nel suo partito ha preso 4 voti Svetlana Celli (quelli della Civica, tranne il radicale Riccardo Magi); 3 voti ciascuno Orlando Corsetti, Gianni Paris, Marco Palumbo e Pierpaolo Pedetti; 2 voti Dario Nanni; un voto a testa Mauro Alessandri, Pasquale Boccia, Michela Califano e Antonio Stampete. Per il Pd hanno votato i 19 del gruppo, a cui va aggiunto con ogni probabilità il sindaco Ignazio Marino, più i 4 della Civica, Cosimo Dinoi del Movimento Cantiere Italia e Massimo Caprari del Centro Democratico. Si è aggiunto, a quanto si è ricostruito, anche il voto di Gianluigi De Palo (Cittadini X Roma). Sel ha concentrato i suoi 4 voti su Gemma Azuni. Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto 5 voti, 3 per Stefàno e 2 per De Vito (uno di questi due è appunto Magi). In casa Forza Italia i cinque voti sono andati uno ciascuno a Cozzoli, Eufemi, Giordani, Rossin e Volpi. Hanno votato per FI i tre del gruppo più Ignazio Cozzoli (Apn) e Giordano Tredicine (Pdl). In Ncd due voti a testa per Marco Pomarici e Alessandro Priori (i tre del gruppo più Roberto Cantiani del misto). Entrambi a Fabrizio Ghera i due voti dei FdI (c’è con ogni probabilità, oltre al suo, anche quello dell’ex sindaco Gianni Alemanno). In tutto sono state scrutinate 47 schede su 49 aventi diritto dell’Aula Giulio Cesare. Non hanno votato dunque Alessandro Onorato e Alfio Marchini.

Fa parte del gruppo ‘Cittadini X Roma – Alemannò ma potrebbe aver votato per il Pd alla Città metropolitana di Roma. Il voto di Gianluigi De Palo, ex assessore della giunta di centrodestra, potrebbe rivelarsi una sorpresa. È quanto sembra emergere dai risultati delle preferenze su Roma, ricostruiti dai rappresentanti di lista in queste ore a Palazzo Valentini per lo spoglio. Il Pd, infatti, ha totalizzato secondo i partiti 27 voti su 49, ma sommando il gruppo democrat e i suoi alleati (sindaco compreso) la somma dei voti fa 26. Da dove viene allora il voto in più, che dovrebbe essere una preferenza per Mirko Coratti, sempre stando ai boatos? L»indiziatò principale pare essere proprio il cattolico De Palo, come peraltro si vociferava negli ambienti del partito. Interrogato in merito, De Palo si è limitato a rispondere: «Io sono fuori dagli schemi e post-ideologico, ricordo che ho votato per Rutelli e poi ho dato una mano ad Alemanno».

Sono Fausto Servadio e Alessio Chiavetta, rispettivamente sindaci di due comuni importanti come Velletri e Nettuno, gli sconfitti eccellenti del Pd nell’elezione del Consiglio della Città metropolitana. Né Servadio, sostenuto da Goffredo Bettini, né Chiavetta, sostenuto dal consigliere regionale Rodolfo Lena, ce l’hanno fatta a entrare nel nuovo «parlamentino» di Palazzo Valentini. Insieme a loro restano fuori: Daniela Dominici, assessore servizi sociali e istruzione a Sant’Angelo Romano; Romina Luciani, consigliere comunale di Pisoniano; Francesca Morelli, consigliere comunale a Moricone; Anna Maria Perinelli, consigliere comunale a Ciampino; Mariastella Ziantoni, consigliere di Vicovaro; Nicola Burrini, presidente consiglio comunale di Nettuno; Fulvio Proietti, sindaco di Rocca Cantarano; Roberto Leoni, consigliere comunale di Velletri.

Salta il consiglio regionale straordinario sui trasporti, richiesto dall’opposizione. La seduta e stata aperta dal presidente Daniele Leodori e subito chiusa per carenza di presenze nell’Aula della Pisana e nonostante, tra i primi arrivati, intorno alle 10.30, ci fosse presente il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. «Manca il numero legale…», ha commentato Zingaretti lasciando la Pisana. A quanto si apprende la ragione dello slittamento della seduta starebbe nella concomitanza con lo spoglio delle schede per il consiglio metropolitano in corso a Palazzo Valentini dove in effetti in mattinata sono arrivati alcuni consiglieri regionali.

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