M5s al Circo Massimo, Grillo sulla gru per riprendersi il non-partito. Gli attivisti: “Noi l’alternativa”
Referendum, attacco al jobs act e opposizione dura e pura: da Roma il guru a Cinquestelle lancia la sua offensiva a Renzi
Un referendum per uscire dall’Euro e lotta serrata, «con ogni mezzo possibile», al Jobs Act che «creerà milioni di nuovi schiavi». È questa la linea politica che Beppe Grillo indica alla festa del M5S al Circo Massimo: contrapposizione al governo Renzi e alle richieste di riforme e austerity che giungono da Bruxelles. Un cammino di opposizione, dura e pura, che i sostenitori cinquestelle giunti a Roma per la tre giorni accolgono con un boato e con un applauso liberatorio ma che, nei fatti, parlamentari e amministratori cinquestelle si trovano a condividere senza averne mai discusso. Chi si attendeva al Circo Massimo una sorta di convegno politico è deluso: nessun dibattito, nessun documento programmatico, nessuna mozione da votare. Ma, difficilmente, ci si poteva attendere qualcosa di diverso: il M5S è e resta Beppe Grillo. «Italia5Stelle» ne è la dimostrazione. Lo si capisce vedendo la folla che si raduna alla base del palco quando a prendere la parola è l’ex comico genovese: migliaia di persone che urlano e partecipano. Le stesse che si dileguano tra gli stand, nel momento in cui a parlare sono senatori, deputati e amministratori pentastellati. Colpa del sole o forse del gran caldo ma quando il microfono lo prendono gli altri, sul prato restano poche centinaia di persone. Eppure questa è la giornata clou della festa, quella nella quale «si parla di politica». La linea, però, la detta Grillo: non al Jobs Act che è «una presa per il culo»; un attacco alla Germania della Merkel «che non può dare lezioni a nessuno». Il resto è colore: l’attacco, sempre più violento, ai giornalisti; il cibo km0, il menu vegano, i gazebo, le strette di mano tra cittadini e politici. D’altronde, lo stesso Grillo spiega che «il Dna del Movimento Cinque Stelle non è essere istituzione»: «Dobbiamo fare meno mozioni in Parlamento – spiega – e andare più tra la gente, perchè in Parlamento ci sono solo nominati come Renzi». Insomma, un richiamo all’ordine nei confronti dei parlamentari. Concetti che il leader sintetizza quando sale su una gru installata nel Circo Massimo e urla « O c’è la svolta o mi butto giù». Sullo sfondo resta la sfida, più mediatica che politica, tra Federico Pizzarotti e Luigi Di Maio per la conquista del partito: il sindaco di Parma con posizioni più «di sinistra»; il secondo al centro ma capace di dialogare anche con l’ala destra del Movimento. Entrambi, comunque, più portati al confronto anche con Renzi ed in ottimi rapporti tra loro. Ma, soprattutto, entrambi consapevoli, dopo questa ultima e forse involontaria prova di forza di Grillo, che non possono immaginare di fare a meno dell’ex comico genovese. Pizzarotti davanti alle tv gioca la carta dell’anti-Grillo e della guida della rivoluzione interna: «Organizzazione non significa gerarchia», dice chiedendo di fatto maggiore democrazia all’interno delle strutture M5S (il riferimento è alle polemiche sulle candidature per le regionali in Emilia-Romagna). Di Maio è più cauto: «Non ci sarà alcuna mia investitura. Oggi il Movimento è già un movimento allargato. Non ci sono solo Grillo e Casaleggio e loro stessi sono contenti di questo», dice. Il parricidio politico è impensabile. Il popolo cinquestelle è con il leader genovese. Il M5S sta cambiando: l’influenza di Gianroberto Casaleggio sembra in declino. Prova ne è l’allontanamento, dopo un lungo braccio di ferro tra Milano e Bruxelles, del capo dello comunicazione Claudio Messora. Era stato messo a controllare la pattuglia di europarlamentari proprio dal guru milanese al termine di una tormentata esperienza al Senato ma alla fine ha dovuto lasciare.
«L’Italia non va. La stanno distruggendo. L’unica alternativa siamo noi. Tutti a casa!». Non ha intenzione di arrendersi il popolo ‘pentastellatò che oggi, complice anche la bella giornata, ha affollato il Circo Massimo, trasformato in questi giorni nel palcoscenico della Festa M5s. Sono arrivati da tutto lo Stivale per dire io c’ero, per scambiarsi opinioni e idee. Ma anche per strappare qualche ‘selfiè con i parlamentari 5 stelle. E c’è pure chi, come una coppia salentina, ha scelto di festeggiare il primo compleanno del figlio in piazza. Rigorosamente in passeggino e in nome di un’«Italia migliore in cui crescere». Arrivano dal nord al sud dell’Italia, dalle grandi città ma soprattutto dai paesi di provincia. Centinaia e centinaia di militanti del movimento di Beppe Grillo hanno lasciato il web e si sono incontrati al Circo Massimo: «Altro che Rolling Stones. Noi siamo il vero rock della politica in Italia» dice uno di loro mentre gira tra i tanti gazebo allestiti nella storica arena. In molti vendono gadget ‘pentastellatì: dalle T-shirt con le scritte ‘Mai schiavì allo spray ‘Anti-cast’, dai braccialetti alle calamite. E tra musica, selfie con parlamentari del M5s e passeggiate avvolti in bandiere 5 stelle la gente si lamenta di un’«Italia che non va», di una «casta politica corrotta» e di un «governo che ormai ha tolto anche la possibilità di voto». In piazza alcuni giovani di Matera hanno srotolato lo striscione ‘Noi non ci arrenZiamò. «Devono andare tutti a casa – è il pensiero comune – Non hanno più diritto a governarci. Lo hanno fatto per decenni e vedete come ci hanno ridotti: non c’è lavoro, la gente non arriva a fine mese mentre si continua a favorire banche e imprenditori». E a chi fa notare un Circo Massimo semivuoto il popolo pentastellato prontamente risponde: «Siamo pochi? Mica siamo come gli altri partiti che per riempire le piazze chiamano le truppe cammellate! Nessuno sta qui perchè è pagato. Qui ci sono solo cittadini che vogliono cambiare l’Italia e le loro città». Ma i ‘grillinì in piazza vogliono parlare dei problemi concreti dell’Italia. Primi fra tutti la casta politica e il governo Renzi. «Lo Sblocca Italia? Più che altro è lo Sfascia Italia – dice un militante che arriva dalla provincia di Milano – Le conseguenze saranno che le autorizzazioni paesaggistiche potranno essere date automaticamente con il silenzio assenso e i costruttori potranno autocertificare di aver fatto tutto secondo le regole, pagare una tassa ed aspettare il disco verde». «Mi scusi mi dà una mano? Basta una firma…» ripete fermando quante più persone può una signora che arriva da Venezia: «Vogliono costruire un nuovo canale di cinque chilometri. Noi non vogliamo. Dobbiamo fermare lo scavo del maxi-canale Contorta prima che sia troppo tardi». A pochi passi c’è lo stand dei gruppi della Valbrenta che invece ‘boccianò la realizzazione della nuova Valsugana mentre poco distante loro ci sono i ‘cittadinì pugliesi che si battono in nome del No Tap (Gasdotto Trans Adriatico). E tra la folla pentastellata del Circo Massimo c’è anche un bimbo dai capelli rossi che festeggia il suo primo compleanno. Edoardo e Serena sono arrivati a Roma dal sud della Puglia, precisamente dal Salento, con un passeggino su cui hanno appeso il cartello ‘Oggi festeggio il mio primo compleanno al Circo Massimo per una Italia migliore in cui crescere!!!’. «L’anno scorso, nel 2013, allo Tsunami Tour eravamo in piazza San Giovanni» spiega mamma Serena che, indossando una T-shirt con 5 stelle, indica il passeggino e dice sorridendo: «Anche lui c’era ma nella pancia». E a chi chiede loro perchè hanno deciso di portare loro figlio alla Festa del M5s rispondono: «Così impara a lottare da subito».
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