Massacrò di botte la fidanzata, chiesta la perizia psichiatrica. Sit-in di protesta | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Massacrò di botte la fidanzata, chiesta la perizia psichiatrica. La sorella della vittima lo aggredisce

Lo hanno guardato fisso negli occhi. Dopo mesi hanno potuto incrociare lo sguardo di chi ha ridotto una figlia, una sorella, in stato vegetativo per la furia delle percosse. Maurizio Falconi, l’uomo accusato del tentato omicidio di Chiara Insidioso Monda, la 19enne in coma dal 4 febbraio scorso, ha affrontato oggi la prima udienza davanti al gup Giacomo Ebner. In aula anche le sorelle e il padre della ragazza, Maurizio. Fuori dal tribunale alcune ragazze hanno dato vita ad un sit in di solidarietà per dire no alla violenza sulle donne. Il gip ha disposto una perizia psichiatrica che dovrà stabilire se l’operaio romano di 35 anni fosse capace di intendere e di volere al momento del fatto. Il perito, che riceverà l’incarico il 21 ottobre, dovrà anche verificare se l’imputato sia socialmente pericoloso e se abbia la capacità di stare in giudizio. Falcioni è anche accusato di maltrattamenti nei confronti della giovane. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dal pm Elena Neri, l’uomo aggredì Chiara con calci e pugni, sferrati con brutale violenza, e le sbattè più volte la testa contro il muro. Poi, preso dal panico chiese aiuto ma sostenendo che la giovane «era svenuta» e negando inizialmente di averla picchiata. Al termine dell’udienza si sono vissuti momenti di tensione quando una delle sorelle di Chiara ha tentato di aggredire l’imputato ma è stata prontamente fermata dagli altri familiari. «Oggi ho voluto guardare in faccia chi ha ridotto così mia figlia, spero che non riesca a farla franca con cavilli giuridici», afferma Maurizio, padre della vittima anche lui in aula. «Per noi oggi è stata una giornata emotivamente pesante – ha proseguito il padre della ragazza -. Chiara è ricoverata da oltre nove mesi all’ospedale San Camillo e le sue condizioni restano drammatiche. I medici le dovranno ricostruire parte della calotta cranica ma il rischio concreto è che resti in questo stato per sempre». Mentre era in corso l’udienza, davanti all’ingresso del tribunale, circa cinquanta persone si sono date appuntamento per manifestare la propria vicinanza a Chiara. Il gruppo, formato da amici e attivisti dell’associazione «Hands Off Women» ha esposto uno striscione con la scritta:«Io sto con Chiara, basta violenza sulle donne».

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