Finale Coppa Italia, Riesame: "Da Genny a' Carogna strategia della tensione" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Finale Coppa Italia, Riesame: “Da Genny a’ Carogna strategia della tensione”

L’essersi arrampicato, a cavalcioni, sulla balaustra della Curva Nord dell’Olimpico la sera della finale di Coppa Italia, il 3 maggio scorso, e l’avere imposto «alle autorità civili» un colloquio con il capitano del Napoli, Marek Hamsik, rientra «in una precisa strategia al fine di alzare la tensione». Ne sono convinti i giudici del Riesame di Roma nella motivazione con cui confermano gli arresti domiciliari per Gennaro De Tommaso, alias Genny ‘a Carogna, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e di avere effettuato una serie di violazioni della legge sugli stadi per quanto avvenuto fuori e dentro lo stadio. Nelle otto pagine il tribunale della Libertà, presieduto da Filippo Steidl, afferma che Genny mise in atto «una precisa strategia» al fine di alzare «la tensione (venutasi a creare tra i tifosi a causa della notizia del ferimento di Ciro Esposito) minacciando l’invasione di campo, per ottenere dalle autorità civili e sportive il via libera all’incontro con il capitano del Napoli». I magistrati capitolini descrivono De Tommaso come un «leader carismatico del gruppo ultrà» che la sera del 3 maggio anche all’esterno dello stadio si è mossa in base ad una «precisa pianificazione ed organizzazione» con «un metodo ampiamente rodato e sperimentato nel corso della militanza». In sostanza Genny rappresenta per un gruppo di violenti il punto di riferimento e anche la decisione di issarsi sulla balaustra dello stadio sta ad esprimere la sua «leadership». Una sorta di potere che gli ha consentito da un lato di «incrementare l’animosità della tifoseria e di comunicare l’intenzione della curva di non permettere l’inizio della gara, se non dopo un incontro chiarificatore» e dall’altro «di imporsi quale interlocutore delle autorità civili e sportive per il successivo via libera» alla partita. La conferma della custodia cautelare, per i magistrati romani, è necessaria perchè «è assai probabile che in mancanza di qualsivoglia presidio cautelare, De Tommaso si renda alla prima occasione di gioco della squadra del Napoli protagonista di nuovi episodi di violenza nei confronti sia della tifoseria avversa sia delle forze dell’ordine».

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