Osteoporosi, al Gemelli lunedì screening gratuiti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Osteoporosi, al Gemelli lunedì screening gratuiti

«In occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi lunedì 20 ottobre dalle ore 14.00 alle ore 19.00 presso l’ambulatorio per i disturbi della menopausa e della terza età al 7° piano del Policlinico Gemelli una giornata di screening per la patologia che colpisce soprattutto le donne. Anche attraverso questa iniziativa di sensibilizzazione e di prevenzione il Gemelli si conferma ospedale a misura di donna come testimoniato dai tre bollini rosa con cui è stato premiato da Onda». Così, in una nota del Gemelli. «L’Ambulatorio – prosegue la nota – per i disturbi della menopausa del Gemelli offrirà screening gratuiti a chi telefonerà allo 06 30155297, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16, fino a esaurimento della disponibilità di posti». «L’osteoporosi – spiega la dottoressa Paola Villa, responsabile dell’Ambulatorio per i disturbi della menopausa, afferente al Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna, della Vita nascente, del Bambino e dell’Adolescente del Policlinico Gemelli, diretto dal prof. Giovanni Scambia – è una malattia dello scheletro caratterizzata da una ridotta massa ossea e da alterazioni qualitative della macro e microarchitettura. L’osteoporosi post-menopausale in particolare è caratterizzata da una diminuzione della resistenza alle fratture, che inizia nel sesso femminile già dai primi anni successivi alla cessazione della funzione delle ovaie». «Si stima che circa 200 milioni di persone nel mondo siano colpite da osteoporosi. La prevalenza dell’osteoporosi delle donne in post-menopausa cresce progressivamente con l’avanzare dell’età. Per esempio, si passa da una prevalenza del 5-7% intorno ai 50 anni fino al 50% a 85 anni. Si stima che le donne osteoporotiche in Italia siano attualmente circa 4 milioni. I risultati dello studio Italiano ESOPO, che anche se datato conferma la sua attendibilità, hanno fatto emergere che il 22,8% delle donne considerate (40-79 anni) erano affette da osteoporosi. Considerando solo le donne di età superiore ai 70 anni la prevalenza raggiungeva quasi il 50%; inoltre, nella popolazione femminile di età superiore ai 60 anni, più del 75% soffrirebbe di fragilità ossea (osteopenia-osteoporosi). Per fragilità ossea si intende non solo la presenza di osteoporosi, ma anche di osteopenia, una condizione di riduzione della massa ossea, che come evidenziato dallo studio è già presente nel 44,2 % delle donne tra i 50 e 59 anni e che evolverà verso l’osteoporosi negli anni successivi. Si tratta dunque di una condizione ad alta prevalenza e le proiezioni elaborate dai dati dello studio, ci danno una stima di 4.690.000 donne affette da osteoporosi per il 2025, confermando come l’osteoporosi sia da considerarsi emergente nel nostro Paese e in generale in tutta l’Europa, a causa del progressivo e costante invecchiamento della popolazione». «La perdita ossea post-menopausale – continua la dottoressa Villa – è spesso asintomatica e pertanto largamente sottostimata, la manifestazione clinica più evidente è la comparsa di fratture spesso conseguenti a traumi di minima entità (fratture vertebrali, femorali e del polso), tuttavia l’introduzione di metodiche accurate e non invasive per la misurazione della densità minerale ossea (BMD) ha consentito di standardizzare la diagnosi di osteoporosi». Sebbene la DXA (Dual Xray Absorbimetry) sia considerata il «gold standard» per la diagnosi di osteoporosi secondo i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli ultrasuoni (QUS) sono stati sviluppati per valutare lo stato osseo e l’eventuale rischio di fratture e vengono utilizzati come metodica di screening per il riconoscimento precoce di una demineralizzazione ossea. Si tratta di una tecnica semplice, priva di radiazioni e a basso costo. «Oggi è inoltre possibile attraverso semplici questionari anamnestici individuare il rischio di fratture negli anni successivi anche senza la valutazione della BMD – afferma Villa -. Questi strumenti, come il FRAX(R)(Fracture Assessment X years), sono algoritmi per il calcolo del rischio assoluto di fratture da osteoporosi in donne e uomini per i successivi 10 anni». Il FRAX(R) in particolare è in grado di valutare tale rischio prendendo in considerazione e integrando vari fattori di rischio per osteoporosi come l’età, la familiarità per fratture, le pregresse fratture, il fumo, l’alcol, l’uso di corticosteroidi e malattie concomitanti come l’artrite reumatoide.

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