Morto Dominot: l'attore reso celebre dalla Dolce vita di Fellini | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Morto Dominot: l’attore reso celebre dalla Dolce vita di Fellini

È morto a Velletri, in provincia di Roma, a 84 anni, Dominot, al secolo Antonio Iacono, attore, mimo, cantante e trasformista con pochi eguali in Italia. Un artista di rara versatilità – nato a Tunisi negli anni Trenta del secolo scorso da una coppia originaria di Caltanissetta – che fu reso celebre da Federico Fellini nel suo film «La Dolce vita». La battuta finale del film spetta proprio a lui, che nel film recita se stesso: un omosessuale dichiarato, nonchè travestito, nella Roma degli anni Sessanta. «Dominot non ha mai nascosto la sua omosessualità – ricorda Andrea Maccarrone, presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli – e, nella sua ricerca artistica, il travestimento e l’ironia si sono elevati ad arte, riuscendo a rompere con il sorriso e una grazia tutta particolare gli schemi di una società bigotta e perbenista. Per questo gli siamo grati e gli rivolgiamo il nostro pensiero pieno di affetto». Una vita di sperimentazioni artistiche, quella di Dominot, sempre condotta, con altera eleganza, su un paio di tacchi alti: dai precoci esordi en travesti sul palcoscenico de «La Pochinierre» di Tunisi negli anni Quaranta, all’arrivo all’età di vent’anni a Parigi, dove alterna gli studi di teatro presso la Comèdie Franaise alle esibizioni al Carousel e al «Madame Arthur» di Pigalle, fino a stabilirsi a Roma alla fine degli anni Cinquanta. È nella Città Eterna, ricorda il Circo Mario Mieli, che Dominot diventa uno dei protagonisti della vita notturna dei locali alla moda, tanto da essere scritturato da Fellini. Poi, negli anni Settanta, il teatro d’avanguardia, con il regista Giancarlo Nanni e ancora il cinema con Tinto Brass. Dal 1984 il suo regno è stato il locale «Baronato Quattro Bellezze» dove si potevano ammirare le sue esibizioni canore, in veste di perfetto emulo – tragico e appassionato – di Edith Piaf e di raffinato interprete del repertorio della canzone francese d’autore. A riportarlo al cinema è stato Abel Ferrara, affidandogli i titoli di testa del suo «Mary» del 2005 e poi in «Go Go Tales» del 2007. «Quando iniziò a calcare i palcoscenici del teatro e fece la sua prima apparizione sul grande schermo, il movimento di liberazione omosessuale non esisteva ancora – continua Maccarrone – e per questo la figura di Dominot appare di particolare spessore e significato, perchè apripista di una visibilità che per la maggior parte di lesbiche, omosessuali e trans non era neppure pensabile. Il nome di Dominot resterà per sempre scolpito nella nostra memoria, assieme a quello di un altro grande attore en travesti mai dimenticato, Vinicio Diamanti, che fu suo amico e del quale presso il Centro di Documentazione della nostra associazione è conservato un fondo di documenti, libri, copioni, fotografie, costumi e oggetti di scena».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login