Massimina, il quartiere rinasce dopo Malagrotta: il prezzo da pagare sono le cubature | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Massimina, il quartiere rinasce dopo Malagrotta: il prezzo da pagare sono le cubature

Un centro commerciale,  30mila metri quadrati di servizi privati: è il prezzo da pagare per ottenere una nuova fermata della ferrovia Roma-Civitavecchia, 150mila metri quadrati di verde pubblico e 30mila tra scuole, piscine, centro culturale e parrocchiale. Ecco la nuova centralità urbana di Massimina, alla periferia ovest della Capitale, la prima in attuazione del nuovo Piano regolatore, presentata oggi in Campidoglio dall’assessore comunale alla Trasformazione urbana Giovanni Caudo e dal presidente del Municipio XII, Cristina Maltese.
In totale 112 ettari l’ambito d’intervento del progetto affidato alla Seci Real Estate del Gruppo Industriale Maccaferri, dal valore di 510 milioni di euro, 120 dei quali destinati a opere di interesse pubblico. A usufruirne sia i circa 2.750 nuovi abitanti, tra ville bifamiliari e quadri familiari, che i 10mila già presenti nella borgata. Tre gli obiettivi strategici: la già citata nuova fermata della FM5 Roma-Civitavecchia, una migliore connessione del quartiere con la grande viabilità di collegamento attraverso il nuovo raccordo sull’Aurelia e per il Gra e le piste ciclabili, la riqualificazione dell’esistente e la trasformazione in quartiere autosufficiente. In programma, inoltre, il recupero dei 36 ettari dell’ex cava di inerti e la realizzazione di un grande Parco pubblico urbano.
Dalla “nuova” Massimina dovrebbe trarre beneficio anche il parco dell’Appia Antica, una parte del quale sarà liberata, tramite compensazione, dall’edificazione del comprensorio di Tor Marancia. Sei anni la durata prevista dei cantieri, che impegneranno in media 100 addetti l’anno. “Teniamo particolarmente a questo intervento, che dà priorità alla riqualificazione sostanziosa e importante dell’esistente – ha spiegato Caudo – Proprio per questo ci sono alcuni elementi specifici di questa centralità in cui abbiamo evitato di ripetere gli errori del passato. Prima di dare il via ci siamo accertati tramite la Regione che la nuova fermata della FM5 fosse assunta all’interno del contratto di servizio. Lo è – sottolinea – e sarà in funzione quando il quartiere comincerà a vivere”.

L’area in questione “ha dimensioni importanti, come il Campo Marzio, in cui l’intervento però non sarà ad alta densità, e rispetterà i parametri fissati dal programma europeo Horizon 2020. I lavori sono già partiti, alcuni dei capannoni che occupano l’area sono in fase di demolizione”. Per Maltese quello di Massimina “è un tessuto fortemente compromesso, sia dal punto di vista ambientale sia per le difficoltà di connessione e dei servizi, dei quali la borgata

è quasi totalmente priva”. Quella odierna “è l’occasione per ripensare Massimina come quartiere, non più come zona altamente degradata vista la vicinanza di Malagrotta. Finalmente ragioniamo in termini di risanamento, non più di peso. È un’opera molto attesa anche dai cittadini – nota – fin dal 1998 c’è stata un’ampia discussione sul futuro di quest’area, ora siamo in fase di start up, sempre mantenendo un’attenzione molto alta sul tema”.

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