Nozze gay, guerra legale incrociata: esposti contro Marino e Alfano. E spunta una frase choc al liceo
Nozze gay, da adesso la questione si sposta nelle aule di tribunale, e non solo quelle italiane, se sarà necessario, con battaglie legali che passeranno dal Tar alla Procura fino alla Corte europea di Strasburgo. A tre giorni dalla trascrizione in Campidoglio dei matrimoni contratti all’estero da 16 coppie, il prefetto di Roma Pecoraro attende ancora la cancellazione degli atti da parte del sindaco Marino. Atto che sicuramente non arriverà. E quello che si prepara è un braccio di ferro tra sindaco e prefetto. Allo studio del Campidoglio, strategie legali sulla «potenziale discriminazione contenuta in un’azione di cancellazione di un atto civile, contratto legalmente in un paese Ue, solo sulla base del sesso dei contraenti». In questa fase di impasse burocratica e di preparazione a combattere la battaglia per il riconoscimento delle nozze in altre sedi, oggi otto coppie, sabato in Campidoglio per la trascrizione delle loro unioni celebrate all’estero, hanno intanto inviato al prefetto Pecoraro una diffida a procedere con l’annullamento delle trascrizioni dei matrimoni tra soggetti dello stesso sesso. Nella missiva di quattro pagine, inviata per conoscenza anche al presidente della Repubblica e al ministro della Giustizia, gli avvocati invitano il presidente del Tribunale di Roma a rilevare il conflitto di attribuzioni che il ministero pretende di attribuire al prefetto e le attribuzioni che la legge conferisce all’autorità giudiziaria«. Di qui la richiesta, anche al governo, di »tutelare la separazione dei poteri definita dalla legge a garanzia dei diritti dei soggetti interessati«. Anche il Codacons scende in campo, come aveva annunciato, contro la diffida del prefetto: l’associazione dei consumatori è pronta a presentare al Tar un ricorso d’urgenza con richiesta di provvedimenti »ante causam perchè l’annullamento delle registrazioni annunciato da Pecoraro si porrebbe in evidente conflitto con le disposizioni comunitarie che impongono agli stati membri il riconoscimento del diritto alla vita familiare indipendentemente dal sesso degli individui«. Ma c’è anche l’annuncio dell’intenzione di »ricorrere anche alla Corte di Strasburgo contro qualsiasi atto del Prefetto che impedirà la trascrizione delle nozze gay operata dal sindaco di Roma«. Sul tavolo della Procura della Repubblica di Roma, inoltre, »è approdato l’esposto del Codacons – spiega il presidente Carlo Rienzi – contro il Ministro dell’Interno Alfano« su un’ipotesi di »condotta discriminatoria fondata sull’orientamento sessuale e la violazione dell’autonomia del sindaco oltre che quella del diritto al rispetto della vita familiare«. Ma un esposto in Procura è stato presentato anche contro il sindaco Marino: il movimento politico Italia Cristiana ipotizza l’abuso d’ufficio e chiede addirittura »la sospensione di Marino dalle funzioni e l’allontanamento immediato«. La chiesa intanto lancia un nuovo attacco e lo fa per bocca del segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin che sostanzialmente parla di impossibilità di equiparazione delle unioni gay al matrimonio tra un uomo e una donna. «Queste dichiarazioni si commentano da sè. Da un lato io sono stato oggetto di una violenza verbale inaccettabile. Dall’altro, per fortuna, l’applauso degli studenti dimostra che le nuove generazioni sono immuni dai germi dell’intolleranza e dell’odio»: il sottosegretario Ivan Scalfarotto commenta così all’ANSA quanto accaduto ieri in un liceo romano, dove nel corso di un dibattito – ha riferito lo stesso Scalfarotto – il presidente dell’associazione Giuristi per la vita, Gianfranco Amato, ha paragonato le unioni tra omosessuali ai rapporti tra uomini e animali. Teatro dello scontro tra Scalfarotto e Amato è stato il liceo Cavour della Capitale, già tristemente balzato alle cronache per il suicidio del ‘ragazzo dai pantaloni rosà che veniva deriso proprio perchè omosessuale. Gli studenti avevano organizzato un dibattito sul ddl contro l’omofobia, che vede la firma proprio del sottosegretario, e il confronto si è scaldato sul tema delle unioni gay. Il presidente dei Giuristi per la vita, riferisce Scalfarotto, ha sostenuto che se l’unico fatto che può contraddistinguere il rapporto matrimoniale è il sentimento, «si potrebbe arrivare al paradosso di dire che il matrimonio è un’unione tra cinque donne o tra due uomini e tre donne, o al limite tra un uomo e un cane». Immediata la reazione del sottosegretario: «il mio compagno non è il mio cane – è insorto applaudito dagli studenti – chi si permette di bollare rapporti d’amore come rapporti che hanno caratteristiche di bestialità, secondo me vive fuori dal mondo civile». Furente e indignato anche il commento, oggi, del portavoce di Gay Center Fabrizio Marrazzo: «Cari studenti e docenti, evitate di invitare a scuola i ‘Giuristi per la vità. Non sono portatori di opinioni pacate ma sono estremisti e omofobi. Se si vogliono creare occasioni di incontro e dibattito a scuola bisogna cercare interlocutori meno estremisti. È come se a un dibattito sullo sterminio degli ebrei invitaste i negazionisti. Il confronto delle idee fa bene ed è giusto ma con chi sta nei limiti del rispetto, non con chi ritiene gli omosessuali dei malati e cerca occasioni di visibilità». Scalfarotto, tornando oggi su quanto accaduto, ribadisce che «il futuro sono i ragazzi, che hanno capito che le istanze di chi sostiene i diritti civili sono pacifiche e sono le istanze di chi chiede che la propria dignità sia rispettata».
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