Atac, da ex depositi a uffici: l'ipotesi prende forma in commissione | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Atac, da ex depositi a uffici: l’ipotesi prende forma in commissione

Risparmiare a Roma Capitale le spese dei fitti passivi degli uffici comunali, come ad esempio quello di via delle Vergini, trasformando alcuni depositi Atac in sedi dell’amministrazione capitolina. Una scelta che potrebbe aiutare il Campidoglio a far cassa, in sintonia con gli obiettivi del piano di rientro 2014-16 previsto dal decreto «Salva Roma», con un occhio anche al previsionale 2015, ancora in fase d’impostazione. A lanciare la proposta la commissione Bilancio di Roma Capitale, che stamattina ha dato l’ok alla delibera di Giunta capitolina del luglio scorso, che rettifica il Piano di dismissione di 15 edifici di proprietà di Atac Patrimonio, approvato nel 2011 dal Consiglio comunale. Dall’elenco A, quello dei casi in cui spetta all’Aula votare la variante al Prg per la trasformazione urbanistico-edilizia, l’area «Cardinal De Luca», circa 3.600 mq, nei pressi del Ministero della Marina (Municipio II) viene spostata a quello B, dei beni direttamente valorizzabili. Dare il via libera in tal senso, comunque, sarà compito dell’Assemblea capitolina. Al di là della votazione odierna, ad aprire nuovi scenari per il Comune è la proposta di valorizzazione in chiave di spending review degli immobili Atac contenuti nell’elenco A, avanzata dal consigliere radicale Riccardo Magi (Lista Marino), e subito accolta dal presidente di commissione Alfredo Ferrari (Pd) e dal vicepresidente Gemma Azuni (Sel). «Bisogna accelerare il processo di variante urbanistica relativa agli immobili Atac – spiega Ferrari -. Questo si può fare o attraverso la valorizzazione in termini urbanistici, in cui coinvolgere ovviamente i territori con i Municipi interessati, oppure tramite l’eliminazione dei fitti passivi trasformandoli in uffici amministrativi». Rimangono, tuttavia, ancora degli ostacoli al processo di dismissione di alcuni edifici dell’elenco A: «I depositi di Trastevere e Portonaccio non sono ancora pronti per la vendita», sottolineano i tecnici di Atac Patrimonio. Per il primo, proseguono, «si sta cercando di spostare i bus elettrici al suo interno, in un progetto che potrebbe riguardare anche l’ampliamento del parcheggio del Galoppatoio. Stiamo cercando, infatti, nell’ambito delle localizzazioni a disposizione dell’azienda, di trovarne una in centro per ‘liberarè Trastevere». «Situazione più difficile», invece, per Portonaccio, «perché si tratta di una rimessa piuttosto grande, per la quale, quando è stata inserita nella delibera, c’erano ipotesi che non si sono concretizzate». Nel frattempo, è alle porte il ritorno di Atac Patrimonio alla «casa madre»: «Il 22 novembre terminano i 60 giorni dall’atto amministrativo in merito – ricordano i tecnici dell’azienda – L’atto di fusione si può fare anche il giorno dopo, ma per motivi fiscali dovrebbe completarsi a dicembre, probabilmente dopo il 16, alla chiusura dell’esercizio 2014».

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