Piano casa, tutti i punti critici di Legambiente | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Piano casa, tutti i punti critici di Legambiente

«In attesa di valutare i contenuti dell’annunciato maxi-emendamento sul testo in discussione presso il Consiglio regionale del Piano Casa, Legambiente torna a ribadire quelli che sono i punti ‘irrinunciabilì e le auspicabili modifiche da farsi al testo attualmente in discussione». Così in una nota Legambiente Lazio. «Dopo le positive modifiche intercorse rispetto al devastante testo prodotto dalla precedente consigliatura regionale – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – sono almeno cinque i punti tuttora critici su cui chiediamo un vero impegno e un cambio di rotta: l’impatto del piano casa e sulla Città Storica individuata dal prg di Roma, ma più in generale sull’insieme del ‘bel costruitò che caratterizza le città e i ‘borghì del Lazio; il rapporto tra il piano casa e la gestione ordinaria da parte dei Comuni degli strumenti urbanistici vigenti; l’utilizzo a fini edificatori/residenziali delle aree attualmente disciplinate dai prg dei Comuni per ospitare servizi, sia pure in dimensioni ridotte rispetto al testo precedente; la possibilità di accedere al Piano casa anche agli immobili ricadenti in aree con rischio idrogeologico; la ventilata deroga alla durata del piano casa inizialmente prevista a scadenza per gennaio 2015, ma che si vorrebbe promulgare ben oltre. Naturalmente ce ne sono altri, ma ci sembrano questi i punti irrinunciabili perché il piano sia volano di recupero, riqualificazione, riuso dell’esistente e rigenerazione urbana». «Su Piano Casa e Città Storica – prosegue la nota – il Piano casa è applicabile in quartieri come Garbatella, San Lorenzo, sui villini di Via Nomentana e su quelli di Ostia/lungomare Toscanelli. Questi quartieri, che il Prg di Roma ha classificato come componenti della Città Storica, che ricoprono più di 6.000 ettari. La delibera del 2009 della Giunta Alemanno, n. 9., approvata dal consiglio comunale, limita la non applicabilità del piano casa agli immobili ricadenti nei tessuti T1, T2, T3, e T10, tutto il resto, può essere oggetto del piano , il che vuol dire che gli edifici ricadenti nei Tessuti T4, T5, T6, T7, T8 e T9 possono essere oggetto del piano. Occorre per Legambiente tutelare la Città Storica di Roma e ambiti urbani Regionali, come le ‘Città di Fondazionè – comprendenti parti di Latina, Aprilia, Guidonia – caratterizzate dalla qualità del costruito e dal suo paesaggio urbano storico. In questo contesto, una buona notizia dagli attivisti del cigno verde, l’edificio del Cinema America, in Via Natal del Grande a Trastevere, giustamente difeso dalle ragazze e dai ragazzi che hanno dato vita ad una esperienza culturale dal basso per difendere un pezzo dell’identità di Roma non può essere oggetto del piano Casa. Per l’utilizzo a fini edificatori/residenziali delle aree attualmente disciplinate dai prg, il Piano casa agisce in deroga ai piani e l’effetto della sua applicazione si aggiungerà al già notevole dimensionamento degli stessi: per questo Legambiente chiede che il piano contenga un articolo che preveda la possibilità per i Comuni di ‘selezionarè gli ambiti territoriali dove applicarlo o no, poiché già in essere previsioni e attuazioni ‘ordinariè. L’associazione ambientalista aveva chiesto che il Piano casa tornasse preventivamente al vaglio dei Consigli Comunali, ma tale vaglio può essere anche di natura ‘a posteriorì. Sul rapporto tra il piano casa e la gestione ordinaria Legambiente individua attualmente nel testo un doppio rischio: l’aumento indiscriminato del dimensionamento dei prg – a Roma Legambiente ha stimato da 2,9 a più di 4 milioni di metri cubi – e il rischio di dare vita a zone ‘fatte solo di casè vista la possibilità di cambiare destinazione d’uso». «L’idea che ogni metro quadro di suolo, seppur non a destinazione agricola, debba ospitare soltanto case – commenta Scacchi – è un’idea di città che appartiene alla cultura urbana degli anni ’50/60 – Piano Casa dell’On. Fanfani -. Tra l’altro, in questo punto si è al surreale: il piano casa si applica su aree dove attualmente non esistono edifici, alla faccia della sacrosanta rigenerazione urbana.» «Sulla possibilità di accedere al Piano casa anche a immobili ricadenti in aree a rischio idrogeologico – si legge ancora – c’è poco da dire: i drammi che sta provocando il dissesto del territorio dovrebbero scongiurare l’applicazione del piano casa in ambiti a rischio. Uno degli atti più significativi del Governo del presidente Zingaretti è stato il recupero dei fondi stanziati per la messa in sicurezza delle aree a rischio di Ostia, sciaguratamente cassati dal precedente Governo Polverini, Legambiente chiede che si usino quei fondi per iniziare a mettere in sicurezza un territorio che vede, solo a Roma, ben 1.135,6 ettari ad elevato rischio idrogeologico, aree dove vive una popolazione di 17.757 abitanti (dati Autorità di Bacino Tevere). Infine per Legambiente va assolutamente scongiurata la deroga alla scadenza del Piano Casa, perché lo stesso sia una ‘parentesì, quindi nessun Piano Casa oltre gennaio 2015».

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