Testamento Aurelia Sordi, la fondazione museo eredita tutto | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Testamento Aurelia Sordi, la fondazione museo eredita tutto

Aurelia Sordi ha lasciato tutto al Museo che porterà il nome del fratello ‘Albertonè e che sorgerà nella grande villa di Roma dove lei e l’attore hanno vissuto assieme per molti anni. Circa 30 milioni di euro di patrimonio, secondo le stime, forse di più, passano così alla Fondazione incaricata di trasformare in monumento la casa di via Druso, vicino al Circo Massimo: la conferma di quanto già trapelato è arrivata oggi all’apertura del testamento di Aurelia, morta dieci giorni fa a 97 anni. Il ministro della Cultura Dario Franceschini si è già detto favorevole al progetto della ‘casa-museò. La Fondazione curerà anche la tomba di famiglia. Ma l’eredità è al centro di una vicenda giudiziaria che vede l’ex autista di Alberto e factotum della sorella, Arturo Artadi, indagato con l’accusa di aver tentato di raggirarla per prendersi tutto assieme agli altri domestici. Artadi, per anni vicinissimo ad Aurelia, è però anche nel Consiglio di amministrazione della Fondazione, proprio per volontà della sorella di Sordi. Il presidente del Cda è invece l’uomo che l’ha denunciato nel febbraio 2013, il broker bancario Giambattista Faralli, gestore dei titoli e dei conti di famiglia. Una situazione che si presenterà nel primo Cda della Fondazione, quando sarà convocato. Nel testamento, steso dal notaio di Roma Alfredo Maria Becchetti il 21 aprile 2011, 21 giorni dopo la creazione della Fondazione, Aurelia ha inserito l’impegno a mantenere in servizio il personale della villa, che di fatto ora si occuperà del museo. Una decina di persone. E la dimora di via Druso, valutata da sola almeno 20 milioni di euro, non potrà essere venduta o destinata ad altro uso. Il patrimonio di Aurelia Sordi ammonta a oltre 30 milioni, compresi quattro conti correnti e due portafogli titoli in banche di Roma e Milano, la sede e il 100% delle quote della società Aurelia Cinematografica (in liquidazione), oltre 5.500 azioni del Campus Biomedico nella capitale. Un tesoro che attirerà ricorsi di lontani parenti dei fratelli Sordi, del tutto esclusi, e che ha già fatto aprire un’inchiesta dei pm di Roma. L’ex autista Artadi, giunto in Italia dal Perù a 18 anni, ‘adottatò dall’attore e ora quarantenne, è accusato di circonvenzione di incapace per aver cercato di raggirare Aurelia e falso in atto pubblico per l’uso della procura in suo possesso. Altri domestici sono accusati di ricettazione. «Ma il testamento dimostra che la signora si fidava di Artadi – dice il legale del factotum, Marco Maria Monaco -. Fondazione e testamento sono del 2011, un anno prima che venisse dichiarata incapace di intendere e di volere». A credere all’innocenza e alla buona fede di Artadi è sempre stata Paola Comin, storica addetta stampa di Alberto Sordi e frequentatrice della villa di via Druso. «Aurelia mise Arturo nel Cda della Fondazione perchè voleva una persona di fiducia», dice. La Fondazione assicura con un comunicato che il Museo si farà. Il presidente Faralli preferisce non parlare. «Ma se la Fondazione non funzionerà l’eredità andrà al Comune di Roma – sostiene il legale di Artadi -. Sempre con l’obbligo del Museo».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login