Atac, piano da lacrime e sangue: confermati l'aumento degli abbonamenti e il taglio delle linee | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Atac, piano da lacrime e sangue: confermati l’aumento degli abbonamenti e il taglio delle linee

Tra i punti cardine la riorganizzazione dei servizi di Tpl, a partire dagli orari degli autisti bus ai turni dei macchinisti metro. Sel boccia l'ad Broggi

Abbonamenti per il trasporto pubblico più cari dal 1 gennaio 2015, più ore di lavoro per gli autisti e meno linee bus. Nel futuro di Atac c’è un piano industriale ‘lacrime e sanguè. Ma l’ad Danilo Broggi assicura che l’azienda partecipata del Campidoglio, che si occupa di trasporto pubblico nella Capitale e con i conti in rosso, «nel 2016 sarà in totale equilibrio economico-finanziario». La sorpresa per i romani arriverà con il nuovo anno: 280 euro per l’abbonamento annuale – 30 euro in più rispetto ad oggi – e 38,5 euro per quello mensile, anzichè gli attuali 35. «Nonostante questi aumenti – tiene a precisare il numero uno di via Prenestina – il mensile che viene pagato per il Tpl romano è fra i più bassi tra quelli d’Italia mentre quello annuale è in assoluto il più basso. Le tariffe degli abbonamenti non saranno poi ritoccate all’insù fino al 2019». Le prime lamentele arrivano da Sinistra Ecologia e Libertà. «Ritengo assolutamente non accettabile l’aumento degli abbonamenti mensili e annuali – dice la presidente della commissione capitolina Mobilità Annamaria Proietti Cesaretti – Non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini». Addio invece ad alcune linee bus. Nell’ottica dell’efficientamento verranno sacrificate linee periferiche e corse notturne. Nel piano industriale si parla di una riorganizzazione dei servizi di Tpl – spariranno corse che si sovrappongono con altre, in particolare nelle periferie – a partire dalla razionalizzazione del servizio bus notturno che passerà da 3,6 a 2,7 milioni di vetture-km. «Sono sei mesi che sento parlare di tagli delle linee bus – commenta l’assessore ai Trasporti Guido Improta che proprio oggi annuncia tra l’altro l’arrivo nei prossimi anni di 330 nuovi bus – Non è vero. C’è stata solo una razionalizzazione in funzione della capacità di Atac di poter continuare ad operare. In passato è stato fatto un errore, ampliando l’offerta e le linee a dismisura senza che Atac potesse permetterselo. Scelte di questo tipo hanno determinato un buco nei conti. Noi dobbiamo far funzionare l’azienda rispetto alle risorse economiche che abbiamo». Intanto in Atac si punta a trasformare i conti in rosso solo in un brutto ricordo. «Abbiamo diviso il piano industriale in due periodi – spiega l’ad Broggi – Il 2015-2016 sarà il periodo del risanamento e coincide con il piano di rientro del Campidoglio. Il secondo periodo, dal 2017 al 2019, è quello del consolidamento e dello sviluppo». Tra i punti cardine del piano industriale la riorganizzazione dei servizi di Tpl, a partire dagli orari degli autisti bus ai turni dei macchinisti metro. «Abbiamo immaginato un aumento delle ore medie settimanali di guida da 32 a 36 – chiosa Broggi – Questo porterà ad un incremento della produttività media degli operatori di esercizio pari al 12,5%» . Inoltre si pensa a potenziare le infrastrutture già esistenti. Ma anche lo sviluppo della vendita on-line e dell’e-ticketing e la digitalizzazione di alcuni processi aziendali (dalla rilevazione automatica delle presenze alla chiusura automatica dei cancelli delle stazioni metro). Fondamentale sarà anche la lotta all’evasione che solo per quanto riguarda i bus il tasso è al 15%. Il primo step sarà la creazione dal 2015 della centrale unica per raggiungere la polifunzionalità dei controllori. A quel punto ce ne saranno 400 in campo. E in due anni le corse bus ‘sorvegliate specialì saranno quadruplicate.

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