Teatro Eliseo, Barbareschi all'attacco: "Domani lo sfratto, è irrevocabile" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Teatro Eliseo: l’ora dello sfratto, Barbareschi si autocandida: “Io nuovo direttore”

L'ex parlamentare attacca la gestione, parlando di "voragini finanziarie stornando risorse pubbliche a beneficio di attività diverse come una cantina di vini in Toscana"

Salvo clamorose sorprese dell’ultim’ora, domani mattina gli ufficiali giudiziari torneranno al teatro Eliseo per eseguire la sentenza di sfratto che pende ormai da quasi un anno sulla testa della gestione della sala nel cuore di Roma morosa per mezzo milione di euro nei confronti della società proprietaria delle mura. I dipendenti promettono battaglia, «pronti anche all’occupazione, se necessaria», mentre Luca Barbareschi ribadisce che sarà lui il nuovo direttore artistico del teatro. «Anche oggi sono stato dal prefetto – dice – e mi ha confermato che domani ci sarà lo sfratto inderogabile. Ho firmato un contratto con 2/3 della proprietà dell’Eliseo per l’acquisto e la direzione per i prossimi 10 anni del teatro». Il regista replica duramente a Vincenzo Monaci, il terzo socio della Eliseo Immobiliare (detentrice delle mura dello stabile) che ieri, in una conferenza stampa fiume, ha ribadito che «l’accordo del signor Barbareschi è illegittimo, in quanto avrei dovuto almeno essere messo al corrente in quanto socio con diritto di prelazione sull’acquisto di eventuali quote». Barbareschi accusa Monaci, che oltre ad essere uno dei soci della proprietà è anche a capo della società che gestisce l’Eliseo, di aver «fatto voragini finanziarie stornando risorse pubbliche a beneficio di attività diverse, come una cantina di vini in Toscana. Inoltre, ha debiti con attori, registi, produttori e Siae». L’astio tra i due risale a 12 anni fa, quando il regista fu chiamato proprio dallo stesso Monaci alla guida dell’Eliseo. Un’esperienza «non proprio positiva», per usare le parole ribadite ieri dall’ingegnere in conferenza stampa. Il contratto di Barbareschi, infatti, venne rescisso dopo appena tre mesi, con tanto di strascichi giudiziari. Da allora è andato via via logorandosi anche il rapporto tra Monaci e gli altri due soci, Carlo Eleuteri e Stefania Marchini, fino ad arrivare alla fine del 2013 con la sentenza di sfratto da parte dei proprietari nei confronti della società che gestisce il teatro, guidata dal figlio di Monaci, Massimo, attuale direttore artistico. «La famiglia Monaci, nascosta dietro affitti di rami d’azienda e trust sotto la legislazione di paradisi fiscali ha passato ogni limite», tuona Barbareschi. «Ma quali paradisi fiscali – replica Monaci -, il trust fa riferimento a me ed è in Italia». Insomma una diatriba che rischia di protarsi in qualche aula di tribunale, mentre domani i circa 20 dipendenti dell’Eliseo saranno costretti a salutare il «loro» teatro, anche se si annuncia una vera e propria battaglia. «Invitiamo tutta la cittadinanza – gli artisti, gli operatori, gli spettatori, il pubblico, gli amanti del teatro – ad essere presenti all’Eliseo a partire dalle 8 di mattina – l’appello della gestione – per dimostrare insieme a noi che il Teatro è vivo e vuole continuare ad esserlo e che l’eventuale sfratto non garantirebbe alcun tipo di continuità». La «resistenza» prepara una maratona di spettacoli anti-sfratto, prima con le prove aperte di due allestimenti teatrali e poi con una replica straordinaria di «La professione della Signora Warren», attualmente in scena, con la regia di Giancarlo Sepe. «Noi – dicono dall’Eliseo – non ci arrendiamo».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login