Ucciso durante un inseguimento, il Pm: "Appello contro l'assoluzione dell'agente" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ucciso durante un inseguimento, il Pm: “Appello contro l’assoluzione dell’agente”

La ricostruzione del giudice di primo grado nella sentenza che ha assolto, con la formula ‘perchè il fatto non costituisce reatò, l’agente di polizia Michele Paone, che, all’alba del 30 luglio 2011, sparò e uccise Bernardino Budroni nel corso di un inseguimento sul Grande raccordo anulare è «contraddittoria e in alcuni punti superficiale». Per questo motivo, il pm Giorgio Orano ha proposto appello contro quella sentenza, sollecitandone la riforma ai giudici do secondo grado. Per il pm, chi ha fatto cadere l’accusa di eccesso colposo di uso legittimo delle armi ha «erroneamente giudicato»; e, così facendo, ha finito «per attribuire una patente di assoluta liceità a una condotta, quella tenuta dall’agente Paone, che oltre ad aver determinato conseguenze gravissime, appare il frutto di un evidente errore valutativo, ancor prima che esecutivo, attribuibile a grave imperizia ed imprudenza». In più, l’uso dell’arma da parte dell’agente, «non fu adeguato alle circostanze»- si legge nell’atto d’appello – e «l’esplosione dei due colpi di pistola è stato il frutto di una scelta colposa dell’imputato a titolo di imperizia e grave imprudenza, che deve portare ad una affermazione di responsabilità del Paone per il delitto lui ascritto».

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